DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Donami lo sguardo interiore

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Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perché non mi attacchi alla cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali.

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito dell'amore: riversa sempre più la carità nel mio cuore. Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di verità: concedimi di pervenire alla conoscenza della verità in tutta la sua pienezza. Vieni in me, Spirito Santo, acqua viva che zampilla per la vita eterna: fammi la grazia di giungere a contemplare il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. Amen

S. Agostino

Tra i molteplici nomi che tentano di dire lo Spirito Santo, mi piace quello di ‘maestro interiore’ consegnatoci dai contemplativi. Come ottimo maestro lo Spirito ci aiuta, valorizzando le nostre facoltà, a comprendere la Parola di Gesù, a leggerla in profondità (intus legere) in un percorso che porta ad un incontro, ad una Parola che è Spirito e Vita, è Persona viva con la quale possiamo entrare in relazione. “Vieni Spirito Santo!” dovrebbe essere il grido d’ogni quotidiana accensione della nostra vita interiore verso una vita pienamente umana e cristiana, da figli nel Figlio. Rivolgere la vista all’interno di noi è probabilmente un’arte dimenticata. Affrontiamo grandi viaggi per goderci paesaggi e panorami mozzafiato, e non ci sfiora neanche più il pensiero che anche dentro di noi ci sono paesaggi e panorami bellissimi. La vera gioia non è frutto del divertirsi, inteso nel senso etimologico della parola di-vertere, cioè esulare dagli impegni della vita e dalle sue responsabilità. La vera gioia è legata a qualcosa di più profondo. Certo, nei ritmi quotidiani, spesso frenetici, è importante trovare spazi di tempo per il riposo, per la distensione, ma la gioia vera è legata al rapporto con Dio. Chi ha incontrato Cristo nella propria vita, sperimenta nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione possono togliere. Sant’Agostino lo aveva compreso molto bene; nella sua ricerca della verità, della pace, della gioia, dopo aver cercato invano in molteplici cose conclude con la celebre espressione che il cuore dell’uomo è inquieto, non trova serenità e pace finché non riposa in Dio (cfr Le Confessioni, I,1,1). La vera gioia non è un semplice stato d’animo passeggero, nè qualcosa che si raggiunge con i propri sforzi, ma è un dono, nasce dall’incontro con la persona viva di Gesù, dal fargli spazio in noi, dall’accogliere lo Spirito Santo che guida la nostra vita. È l’invito che fa l’apostolo Paolo, che dice: “Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Ts 5,23).

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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