






























Ordinazione diaconale, Solennità Annunciazione del Signore
Basilica Santa Maria sopra Minerva (25 marzo 2022)
(Is 7,10-14.8-10; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38)
Cari Frati Dominicani, caro fra Giovanni, cari fratelli e sorelle!
La Solennità dell’Annunciazione non abbisogna di un’omelia. Tutto parla: la bellezza della Creazione, la festività della Liturgia, la Parola di Dio, la Presenza del Signore, in cui ci dà ciò che è il contenuto del giorno. Ciò che significa questa solennità è il cuore del Credo della Chiesa: Dio si è fatto carne dalla Vergine Maria. Pregando le parole et verbum caro factum est oggi ci inginocchiamo, perché sappiamo: Questo è la nostra salvezza. Già nel Giudaismo, il 25 marzo si vedeva come giorno della Creazione del mondo, e così la stessa data è diventato anche giorno della concezione di Gesù, con cui la Creazione comincia di nuovo.
Ho assistito nel corso degli anni a molte conferenze sul Beato Angelico e quasi sempre il grande problema che viene sollevato e il quesito da sciogliere è se il Beato Angelico sia da considerarsi tardogotico o prerinascimentale. Il valore e il significato della sua arte vengono tutti incentrati sullo stile pittorico e sulla etichettatura e collocazione da attribuire alla sua opera nel grande e complesso casellario della Storia dell’Arte.
Perché festeggiamo a capodanno l’arrivo di un nuovo anno con un numero specifico? Questo anno l’umanità per 24 ore festeggerà l’arrivo dell’anno 2022. La festa durerà 24 ore perché sul globo terrestre il 1° gennaio inizia sulle isole della Micronesia e si conclude 24 ore più tardi sulle isole della Polinesia.
Il numero “2022” ha un’origine particolare. Nell’anno 525 Bonifacio, capo dei notai pontifici, chiese a Dionigi il Piccolo, monaco molto colto e nativo dell’attuale territorio della Romania, di studiare il difficile problema della data della Pasqua. Solo nel 4° secolo i cristiani hanno celebrato la Pasqua sette volte in date diverse.