DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Beati perchè guardate

Riflessione sulla liturgia della Parola di domenica 29 gennaio 2023
Il nesso tra i brani scritturistici di questa quarta domenica del tempo ordinario lo troviamo nella categoria del povero e dell’umile che si scopre oggetto di attenzione e protagonista di una vocazione, quella alla fede. Dio non sceglie a caso e non sceglie per un qualche merito e nemmeno per mettere in ridicolo tale categoria. Vediamo come Dio continua ad usare la pedagogia del “rovesciamento” ben conosciuta dal popolo eletto ed ora usata anche con il nuovo popolo dei credenti, cioè, Egli sceglie e rende forti i deboli per confondere coloro che sono ritenuti dagli uomini i forti e i sapienti. L’emblema è la Vergine di Nazareth che ha sperimentato il modo di agire di Dio e nel magnificat si auto dichiara beata perché l’Onnipotente l’ha guardata e l’ha scelta per compiere l’opera della Sua volontà.

In questa prospettiva la prima e la seconda lettura ci appaiono come il discorso interrotto e ripreso da parte di uno stesso autore. Infatti, san Paolo, nella seconda lettura (1 Cor. 1, 26-31), invita la comunità dei Corinzi, che in qualche modo rappresenta le categorie del popolo umile e povero ma fedele al Signore di cui parla il profeta Sofonia nella prima lettura (Sof. 2, 3; 3, 12-13), a considerare la loro umile condizione culturale e sociale per mettere in risalto la chiamata alla fede in Cristo Gesù, non per merito ma per una scelta gratuita di Dio.

Anche nel vangelo odierno (Mt. 5, 1-12), troviamo la categoria dei poveri e degli umili che d’ora in poi sono chiamati ad assumere come stile di vita le beatitudini. Ma cosa significa essere beati? La beatitudine consiste nell’ essere “guardati” dal Signore con uno sguardo di misericordia, che in Dio significa togliere la miseria e mettere la grazia che predispone e rende capace il misero all’agire di Dio. Infatti, il discorso sulle beatitudini di Gesù scaturisce dal Suo sguardo attento e vivo sulla folla, come leggiamo nel vangelo: “vedendo le folle Gesù salì sul monte […] e si mise a parlare e insegnava loro”. Che tipo di cambiamento è avvenuto in quei discepoli il vangelo non lo dice espressamente, ma sicuramente si sono sentiti al centro dell’attenzione del Maestro che insegna con autorità e opera miracoli. Lo sguardo di Cristo sulla folla rimanda alle parole del magnificat dove Maria parla dello sguardo compiaciuto di Dio che si è posato su di lei, cioè su ciò che Dio stesso ha operato in lei.

Con riferimento alla Beata Vergine di Nazarath credo che sia opportuno ricordare qui quanto scrive il Papa Francesco sulla beatitudine di Maria nella Lettera Apostolica Aperuit illis n.53. Così si esprime il Papa: “nel cammino di accoglienza della Parola di Dio, ci accompagna la Madre del Signore, riconosciuta come beata perché ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le aveva detto (cfr Lc. 1,45). La beatitudine di Maria precede tutte le beatitudini pronunciate da Gesù per i poveri, gli afflitti, i miti, i pacificatori e coloro che sono perseguitati, perché è la condizione necessaria per qualsiasi altra beatitudine. Nessun povero è beato perché povero, lo diventa se, come Maria, crede nell’adempimento della Parola di Dio”.

Il Papa in poche parole ci regala una meravigliosa icona di Maria mentre conclude la Lettera apostolica con cui istituisce la Domenica della Parola di Dio, giornata vissuta dai fedeli con sempre maggiore solennità.

Le parole del Pontefice, in sintonia con il vangelo di questa quarta domenica del primo mese dell’anno appena iniziato, trovano eco nelle nostre menti e nei nostri cuori mentre riflettiamo sulle Beatitudini con le quali Gesù, in atteggiamento di amico e di maestro parla al cuore di ciascuno di noi oggi come ai discepoli della prima ora. Cosa dice Gesù alla comunità dei credenti? Ci chiede di rallegrarci perché guardati e amati da Lui, il Maestro che insegna, il Risorto che nel pane Eucaristico ci raggiunge e comunica la sua vita divina a noi che diciamo l’amen della fede, espressione pubblica dell’adesione intima al sacramento della nostra salvezza. Consapevoli di essere guardati da Lui sarà più facile raggiungere la vera beatitudine, sull’esempio di Maria. Insieme come Chiesa siamo invitati a fare un cammino di conversione e di accoglienza della Parola di vita alla luce dello Spirito Santo in vista di tutte le altre beatitudini che costituiscono il cuore del vangelo e quindi della vita cristiana, fatta di testimonianza gioiosa.

Anna Tatar, Presidente della fraternita laica di S. Maria Sopra Minerva

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