DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Inaugurazione dell'Archivio di Provincia

inaugurazione

L'inaugurazione dell'archivio storico di Santa Maria sopra Minerva, avvenuta lo scorso 20 novembre, ha rappresentato un traguardo notevole sotto molti punti di vista. 

Prima di tutto, è l'importantissima conclusione di un processo di recupero della memoria e di apertura verso un pubblico più vasto per amor di condivisione del sapere, che i Frati Predicatori portano avanti da più di quindici anni, soprattutto nella persona di fr. Luciano Cinelli O. P., appassionato sostenitore ed infaticabile autore di questo grande evento.

 

In secondo luogo, è la prova tangibile che dove si muove la cultura, si muovono risorse ed impegno umano, si arricchiscono le possibilità di studio e lavoro per tutti. Il patrimonio documentale riportato a nuova vita con i più moderni criteri di conservazione ed accessibilità, ha già iniziato a smuovere religiosi e laici, che da subito hanno mostrato di apprezzare il servizio offerto e che hanno supportato, con il loro incoraggiamento ed i preziosi suggerimenti, la fase finale di ricompattamento del materiale e di costruzione di un luogo comodo per la consultazione ed ideale per lo studio.

 Infine, proprio nella giornata inaugurale, la presenza e l'esperienza di relatori illustri come S. Ecc. Mons. Sergio Pagano B, Prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, la prof.ssa Giulia Barone della Sapienza Università di Roma e il dott. Pierantonio Piatti, del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, hanno incantato una platea così numerosa come non si vedeva da tempo nella splendida sala “dell'Antico Refettorio”.

Pubblico che ha accolto con gioia i saluti di fr. Daniel Ols OP, Priore del Convento di S. Maria sopra Minerva, del Rev. fr. Aldo Tarquini OP, Priore Provinciale della Provincia Romana di S. Caterina da Siena e del Rev.mo fr. Bruno Cadoré OP, Maestro dell'Ordine dei Predicatori.

Così come ha sottolineato S. Ecc. Mons. Pagano durante il suo intervento, “è inevitabile lasciar tracce” e i Frati Predicatori, con il grande amore per la cultura e lo studio che da sempre contraddistingue l'Ordine, hanno reso fruibile un percorso costellato di documenti storici che s'intrecciano con la storia religiosa, sociale e civile, in un ordito di realtà tutto da riscoprire.

Fr. Luciano Cinelli OP, Archivista della Provincia Romana di S. Caterina da Siena, Direttore dell'Archivio storico della Minerva, ha ripercorso in un'ampia panoramica, il recupero faticoso dell'archivio e il grande sforzo lavorativo ed economico che la Provincia Romana ha effettuato per arrivare a questo punto.

Prima di tutto, il lungo lavoro per ideare la suddivisione dell'archivio storico, poi realizzata ed informatizzata dal gruppo di lavoro coordinato dal dott. Marco Pizzo, utilizzando il software “Shades”, tra il 2009 e il 2010. Il materiale è stato collocato in 5 fondi (Fondi personali, Provincia Curia Generale, Provincia, Manoscritti miscellanei e Istituto Beato Angelico), 6 principali serie (Archivio di Deposito, Minerva, Varia, Necrologi, Storica, Pergamene) e l'Archivio Crispolti.

Il nostro Archivio, anche se di piccola mole, conserva una vera ricchezza di codici, incunaboli e documenti vari di grande interesse non solo per la storia del Convento ma per la cultura nel senso più vasto della parola - fr. Isnardo Pio Grossi, O.P.

La grande quantità e la complessità della natura dei documenti conservati, l'oggettiva difficoltà a riunire in un unico sito tutto ciò che si deve ritenere parte integrante dell'archivio storico (documenti, oggetti, pergamene, ecc...), ha reso necessario un intervento ulteriore e definitivo per rendere fruibile, tracciabile e consultabile il materiale. È iniziata e verrà prossimamente completata una revisione della suddetta divisione in fondi e serie, in modo da creare un quadro più omogeneo della situazione dell'archivio.

Il susseguirsi di decenni di sola sedimentazione delle carte, aveva portato numerosi disagi a questo archivio: dislocazione del materiale in quattro diversi locali del convento e della Provincia, non comunicanti fra loro; inadeguatezza dei supporti per la conservazione del materiale (cartaceo e fotografico); inesistenza di un qualsiasi strumento cartaceo contemporaneo per la reperibilità e la consultazione del materiale (schede analitiche, registri, inventari), né alcuna traccia dello storico dell'archivio stesso. Si è reso di estrema utilità il ripercorrimento delle vicissitudini storiche, a partire dal “Campione o generale descrizione di tutte le scritture spettanti al Venerabile Convento di S. Maria dell’Annunziata o sopra Minerva di Roma”, opera di fra Giacomo Reginaldo Quadri, stilato nel 1759, provvisto di due volumi di indici: onomastico e per materie. Come sottolineato nel Regolamento dell'Archivio della Provincia Romana di S. Caterina da Siena, approvato dal Capitolo della Provincia Romana di S. Caterina da Siena (Pistoia, 15 settembre-3 ottobre 2013), questo strumento “sebbene non fotografi ovviamente l’attuale consistenza dell’archivio, può risultare prezioso come punto di partenza per ulteriori ricerche presso gli Archivi di Stato che conservano la documentazione proveniente dal nostro Archivio e successivamente confiscata”.

Primo passaggio obbligato, date le condizioni del materiale, è stato un controllo analitico e puntuale di tutto ciò che risultava presente nelle descrizioni fornite dalla catalogazione nel programma Shades. Una volta rintracciati tutti i pezzi archivistici, recuperandone numerosi che risultavano mancanti ma si trovavano collocati in posizioni diverse, si è proceduto al trasferimento del materiale dai siti sopraindicati alla locazione definitiva nei locali (restaurati ed arredati appositamente) con entrata su piazza della Minerva, al civico 43.
Il trasloco è stato affidato a personale specializzato, supervisionato costantemente dall'archivista di Provincia p. Luciano Cinelli e dalla dott.ssa Fabiana Spinelli.

Stimato e verificato il volume dell'intero archivio e calcolati i metri lineari, è stato pianificato il ricondizionamento totale del materiale utilizzando due differenti tipologie di contenitori, per il materiale di misura standard le scatole Tabularium clausum (custodia in cartone ondulato ACID FREE, con fettuccia di estrazione e scorrimento. Chiusura con patelletta e fettuccia) e per tutto il resto dei formati le scatole Concha (scatole a conchiglia realizzate in cartone ondulato ACID FREE). All'interno delle nuove scatole, tutto il materiale è stato raccolto e diviso in cartelline di cartoncino non acido, con inciso lo stemma della Provincia. I vecchi contenitori, con plastiche e vernici non adatte alla conservazione dei documenti, sono stati smaltiti secondo le regole della raccolta differenziata dei rifiuti del comune di Roma.  

Il materiale così ricondizionato ha trovato adeguata sistemazione in 775 scatole disposte in 24 scaffali con ante chiuse a chiave, ad eccezione della serie “Manoscritti” che rimane collocata nell'archivio di deposito in attesa di restauro.

L'inventariazione del materiale nell'archivio storico si completerà con alcuni fondi provenienti da conventi soppressi della Provincia Romana e diventerà costante la comunicazione con l'archivio corrente, con versamenti di nuovo materiale da effettuare secondo le disposizione dei Capitoli Provinciali e del Priore provinciale.

Oltre al già citato elenco di fra Giacomo Reginaldo Quadri, datato 1759, il riordino delle carte e i controlli incrociati tra date croniche e contenuti, ha portato alla luce nuove tracce per una ricostruzione storica della formazione dell'Archivio. Di poco successivo al “Campione...” di Fr. Quadri, è il documento redatto da fr. Joachin de Jeran, del 1794, con alcuni interessanti richiami al materiale d'archivio e alla sua collocazione.
Nel documento sono menzionate sette casse “che contengono l'Archivio”, indicate con la segnatura A.T.R, delle quali si richiede un trasferimento a Barcellona oppure un'estrapolazione di materiale da inviare separatamente. Il contenuto del materiale richiesto, diviso minuziosamente per cassa, con indicazione del luogo preciso dove si trovano, è vario ed indica l'appartenenza a fasci di materiale più ampi, conservate in simili armarii.
Non sappiamo se il materiale venne effettivamente estrapolato, spedito e se mai rientrò in sede, né sappiamo le condizioni fisiche dei documenti, anche se si può dedurre che la richiesta di uno spostamento tanto importante indichi un buono stato di conservazione.
1871: Catalogo dei fondi del Collegio di S. Tommaso incorporati al Convento della Minerva

Troviamo una traccia dello stato dell'archivio storico in una lettera promemoria per il Consiglio Conventuale, firmata da p. Isnardo Pio Grossi, O. P. (Archivista) e risalente agli anni '50-'60, con alcune note manoscritte di p. Tarcisio Piccari, datate 1982. Si legge nella lettera di p. Grossi: “Più d'una volta, dal 1957, ho notificato ai Superiori che si sono succeduti lo stato miserando in cui si trova l'Archivio del nostro Convento, ed essi, in linea di principio, si sono mostrati perfettamente d'accordo con me sulla necessità di prendere dei rimedi veramente radicali. Torno, ora, ad insistere in maniera ufficiale poiché prendere questi rimedi non solo è necessario ma indilazionabile, e meno che non si voglia veder perire un materiale archivistico prezioso.

Il nostro Archivio, anche se di piccola mole, conserva una vera ricchezza di codici, incunaboli e documenti vari di grande interesse non solo per la storia del Convento ma per la cultura nel senso più vasto della parola. Tutto questo materiale però, sta andando in malora per l'assoluta inadeguatezza dell'ambiente in cui è collocato. Il vano, infatti, è ristrettissimo (i libri corali del '500 devono rimanere accatastati sul pavimento!), senza aria e luce. Ora noi sappiamo, e i maestri di archivistica ce lo ricordano, che “le carte di un Archivio hanno bisogno d'aria e di luce come ogni essere vivente” (cfr. Ciceri, Archivi e Archivistica, Milano 1952, p. 56), vanno conservate in ambienti facilmente spolverabili (ivi, p. 57) e sottratte il più possibile all'azione deleteria dei parassiti vegetali (muffe) e animali (insetti vari). Il pavimento, le pareti, la scaffalatura ecc. non devono in alcun modo favorire la produzione della polvere e dei parassiti. Basta dare uno sguardo al locale del nostro Archivio e allo stato di conservazione dei documenti, e giudicarli alla luce delle norme elementari di archivistica sopra riportate, per convincersi della necessità di correre urgentemente ai rimedi per salvare il salvabile!”.

Possiamo quindi ragionevolmente collocare nella seconda metà degli anni Cinquanta, i primi tentativi di razionalizzare il materiale archivistico accumulato per deposito, con l'attenzione crescente dei padri del Convento per una più adeguata collocazione dei documenti. Potrebbero quindi risalire agli anni Sessanta i primi significativi spostamenti dei pezzi d'archivio e le prime consultazioni del materiale da parte dei padri archivisti, che iniziarono probabilmente ad effettuare piccoli interventi per migliorare la conservazione. Continua infatti p. Grossi: “Il primo rimedio è quello di cercare un altro locale. Se non si vuole occupare una stanza del convento, potrebbe ricavarsi un ambiente adatto nell'attuale stanza di passaggio dove sono collocate le riviste (che potrebbero essere trasportate nella bibliotechina in via di sistemazione al terzo piano). In detta stanza di passaggio, evidentemente, dovrebbero esser costruite due pareti in modo da far proseguire il corridoietto. Gli altri rimedi tecnici saranno presi dall'archivista”.

Oltre alla notizia interessante della “bibliotechina in via di sistemazione al terzo piano”, sarebbe stato utile qualche informazione in più sui “rimedi tecnici” dell'archivista, ai quali anche una nota ms. di p. Piccari assegna un punto interrogativo.

Possiamo quindi ragionevolmente collocare nella seconda metà degli anni Cinquanta, i primi tentativi di razionalizzare il materiale archivistico accumulato per deposito, con l'attenzione crescente dei padri del Convento per una più adeguata collocazione dei documenti

Il 4 marzo 1985, un documento scoperto recentemente tra le carte dell'archivio corrente, ci fornisce una valutazione scrupolosa ed efficace della suddivisione dei fondi:

“L'Archivio storico della Minerva, di proprietà della Provincia Romana dei Frati Predicatori, situato presso il Convento di S. Maria sopra Minerva, raccoglie tre fondi diversi:

1 = Fondo della Provincia romana, la cui giurisdizione religiosa interessa l'Italia centrale: Lazio, Toscana, Umbria, Molise, Abbruzzi.
2 = Fondo del Convento Minervitano, riguardante l'antico Collegio di S. Tommaso (oggi, Università di S. Tommaso d'Aquino), la Biblioteca Casanatense, la Comunità religiosa della Minerva, la Basilica Minervitana.
3 = Fondo Crispolti, contenente corrispondenze e saggi diversi.

L'Archivio è dotato di un quadruplice schedario: cronologico, onomastico, topografico e sistematico: oltre trentamila schede. Ci sono pergamene, codici, cinquecentine bisognose di restauro, benchè siano i materiali tutti sistemati in convenienti armadi di ferro.

Frequenti sono le consultazioni da parte di studiosi italiani e stranieri, specialmente per quanto riguarda la parte artistica dei luoghi di culto soggetti all'amministrazione della Provincia Romana; in particolare si avverte l'interesse delle Facoltà universitarie, delle Soprintendenze e degli Istituti superiori stranieri di Roma. - L'Archivista P. Tarcisio M. Piccari O.P.”

Nel giro di una ventina d'anni la situazione e la considerazione dell'archivio erano quindi radicalmente cambiate, con molto lavoro svolto per schedare tutto il materiale e un'ubicazione finalmente adatta delle carte.
Il citato Fondo Crispolti, donato dal Senatore nel suo Testamento ai padri della Minerva, è in realtà molto più ampio, con un importantissimo carteggio, ordinato alfabeticamente; diverse serie di fotografie, una rassegna stampa che va dal 1878 al 1934, dal numero complessivo di circa 6800 articoli. Ad oggi, rappresenta uno dei fondi più consultati ed apprezzati, per questo è stato ricondizionato con articolare cura, in modo da facilitare la difficile lettura delle carte e dei biglietti.

Nel corso degli anni '90 l'attenzione per i documenti d'archivio si fa sempre più intensa grazie all'alternarsi di padri archivisti più sensibili e al flusso regolare e costante di documenti provenienti da tutta la Provincia, fino ad arrivare al percorso attuale di valorizzazione del materiale ed apertura al pubblico.

a cura di Fabiana Spinelli

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