DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Essere domenicani, in tempi difficili, insieme al Rosario

"Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare". Questo proverbio arcinoto potrebbe essere facilmente applicato anche alla vita della Chiesa. È infatti nei periodi più difficili della storia dell'umanità che Dio ha inviato grandi santi per la conversione del mondo e il rinnovamento della Chiesa.

Pensiamo all'antichità (S. Benedetto), al medioevo (S. Domenico, S. Caterina da Siena), all'età moderna (S. Carlo Borromeo, S. Pio V), alla storia a noi vicina (S. Bernardette Soubirous, S. Giovanni Paolo II): in ogni epoca il Signore, che ha cura di ogni uomo e di ogni popolo, ha donato e dona nuove energie e forze all'umanità per mezzo della sua Chiesa.

È proprio nei periodi più duri che il Signore si mostra chiaramente a noi come Salvatore: lo fece con Israele, quando lo liberò con braccio potente dall'Egitto (vd. il libro dell'Esodo), e lo fa in ogni tempo chiamando alla missione uomini e donne di ogni popolo e cultura. Ieri come oggi, quindi, Dio vuole aiutare ciascuno di noi ad andare in paradiso per godere in eterno della sua gioia e del suo amore. Come lo fa? In molti, moltissimi modi. Anzitutto, però, credo che lo faccia invitando alcuni dei suoi figli a mettersi al completo servizio della causa del Vangelo per mezzo della consacrazione religiosa.

Non è un caso, a mio avviso, se in questi ultimi anni il numero di ragazzi che si interrogano su una possibile vocazione domenicana sia in aumento. Grazie a Dio, infatti, ogni anno nel nostro paese ci sono di media 8-10 nuovi novizi domenicani che, discernendo la propria vocazione, si preparano ad assumere "l'ufficio del Verbo" – per usare un'espressione di S. Caterina – proprio come fece S. Domenico di Guzman, autentico padre spirituale di quella magnifica preghiera che è il santo rosario, a noi tutti molto caro.

fabrizio cambi2fr. Fabrizio Cambi, O.P.Tra questi giovani, per grazia di Dio, ci sono anche io: romano di nascita, frate da 5 anni (se consideriamo anche l'anno di noviziato), studente di teologia presso la Pontificia Università S. Tommaso d'Aquino in Urbe (Angelicum). Sebbene sinceramente non possa considerarmi tra le schiere dei santi, sembra però che il Signore Gesù, così come fece con il giovane ricco (Mc 10, 17-22), abbia fatto con me, chiamandomi a seguirlo e servirlo nell'Ordine dei predicatori (Domenicani). Sebbene non mi senta degno di ciò, ho compreso nel corso degli anni che il Signore non chiama i più degni a seguirlo: Egli infatti non chiama i santi o i giusti, ma ci aiuta a divenire santi e giusti. Guardiamo alla vicenda degli Apostoli: Pietro lo tradirà, Matteo era un pubblicano (cioè un pubblico peccatore per il popolo giudaico), eppure sia l'uno che l'altro sono santi.

Vivendo e servendo il Signore, con le nostre povere forze, sperimentiamo giorno per giorno quanto sia vero ciò che fu rivelato a S. Paolo: "Egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo" (2Cor 12,9). E se lo disse Paolo...

Insomma, anche in questi tempi difficili il Signore non ha abbandonato la sua Chiesa e l'umanità intera. Egli continua a chiamare e a rendere missionari del Regno nuovi ragazzi e ragazze. Anzi, come ricorda la Christifideles laici di S. Giovanni Paolo II: "La chiamata [alla missione] non riguarda soltanto i Pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a tutti: anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore, dal quale ricevono una missione per la Chiesa e per il mondo" (ibid., 2).

Ma quali strumenti abbiamo per andare in missione? Tra i tanti, ce ne è uno che ha fatto tanto bene nel corso dei secoli anche più bui: il santo rosario. Nel rosario noi meditiamo con gli occhi di Maria la vita di Cristo e, specialmente nei misteri gloriosi, la sorte beata che attende in qualche modo ciascuno di noi. Pregando il rosario, ed invitando gli altri a farlo, ci mettiamo come intorno a Maria e insieme a lei compiamo la missione fondamentale affidataci dalla SS. Trinità: la nostra santificazione e la salvezza delle nostre e altrui anime (cfr. 1Pt 1,9).

fr. Fabrizio Pietro M. Cambi, O.P.

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