DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Verso il VI centenario della morte di S. Vincenzo Ferrer (1419 – 5 aprile – 2019)

Nel 1418 Vincenzo Ferrer giunse, invitato dal Duca, nella terra di Bretagna: erano i primi giorni nel mese di Marzo e l’ultimo anno della sua vita terrena. Accolto dai Duchi e dal vescovo di Vannes, iniziò il suo percorso da Theix giungendo qualche giorno dopo nella città cuore della Bretagna. Qui predicò tutta la Quaresima e la Pasqua di quell’anno. Il suo cammino proseguì verso Rennes, Caen, Saint-Malo, Saint-Brieuc, Josselin, Ploërmel e tantissimi altri luoghi.

Nel giugno 1418, ritornando verso Vannes, giunse al convento di St-Jacques presso Dinon, trasportato dalla carrozza del Vescovo di San Malò. Continuò poi il suo percorso attraverso Lambell, Moncontor, Quintin, Jugon-les-lacs. Negli untimi mesi di quell’anno predicò a Pontivy, poi sostò una settimana a Josselin. Riprese poi il cammino ripassando per Redon e Nantes.

La speranza era quella di potersi rimbarcare per Valencia e morire lì. Le sue ormai gravi condizioni di salute però, non glielo permisero. Rimase quindi a Vannes, dove, non ancora terminata la predicazione della Quaresima, morì la sera di mercoledì 5 aprile 1419 all’età di 69 anni. Il suo corpo fu trasferito la sera stessa nella Cattedrale e sepolto dietro l’altare maggiore il venerdì seguente. Nel mese di Marzo scorso nella Diocesi di Vannes (Francia) si è aperto l’anno giubilare in occasione del VI centenario della morte di San Vincenzo che si concluderà nella domenica di Pentecoste del 2019.

Perché un giubileo? Perché tanto rumore per un anniversario che porta sulle sue spalle già sei secoli di passato? Mons. Raymond Centene, Vescovo di Vannes, nella sua Lettera pastorale del settembre 2016 scrisse:

Questo anniversario non sarà una esaltazione ‘vanneto-centrica’ di un passato remoto, ma un grande evento ecclesiale da inserire nelle nostre dinamiche missionarie e donare un soffio nuovo. Grande evangelizzatore dell’Europa, San Vincenzo Ferrer ha consacrato il suo ultimo anno della sua vita per evangelizzare la terra di Bretagna dove lui è morto. Non c’è paese della nostra Diocesi che non conservi un ricordo del suo passaggio, della sua predicazione, del suo amore per l’unità, della sua attenzione ai più deboli, delle comunità di convertiti che lo seguivano. Depositaria delle sue Reliquie, la nostra Diocesi avrà un ruolo importante nell’anniversario della sua morte. D'ora in poi, impegnamoci a conoscerlo affinchè sia fonte d'ispirazione per l'evangelizzazione. I santi non possono mai essere ridotti a l’epoca in cui sono vissuti. Essi non si lasciano rinchiudere nel passato. Se può sembrare che essi siano in ritardo in rapporto con in nostro tempo, è un ritardo verso il futuro. Essi invece ci attendono ogni giorno all’incrocio seguente per mostrarci la strada che ci è chiesto di percorrere”.

Parole queste che sembrano farci ben sperare sia per la buona riuscita degli eventi legati a questo anno giubilare vincenziano e sia ad un nuovo slancio che la figura di Vincenzo possa dare alla Pastorale, alla Comunicazione, all’Evangelizzazione e al personale cammino di santità di ciascuno di noi. È proprio di questa settimana il nuovo documento di Papa Francesco che ci ricorda quanto la santità sia aspetto importante del cammino della vita cristiana, per una più bella testimonianza ma soprattutto quanto questa santità sia ancora possibile nei tempi moderni. ennio grossidon Ennio Grossi, O.P.
(fr. Luigi Maria, O.P.)
È vero! Vincenzo è sempre stato, e forse continua ad essere, una figura difficile e a volte scomoda da interpretare e da presentare per il suo travagliato profilo storico, ma se a distanza di sei secoli la chiesa non smette di proporcelo come modello nella liturgia e condivide con il popolo cristiano le tante forme di devozione che lo vedono protagonista, dobbiamo auspicare che le celebrazioni di questo anniversario del suo transito possano portarlo ad essere riconsiderato come figura ispiratrice per l’Ordine innanzitutto ed anche per le numerose comunità cristiane che ne celebrano la festa con grande fede e devozione.

Nel 1955 infatti già l’allora Maestro dell’Ordine Fr. Michael Browne, in occasione del V Centenario della Canonizzazione del Santo di Valencia, così scriveva: “L’esempio di San Vincenzo per l’epoca attuale rappresenta una sfida, specialmente per i suoi fratelli, frati Predicatori, chiamati ad essere più consapevoli della dignità del loro ministero e ad esercitarlo con l’assiduità e le caratteristiche che San Vincenzo seppe imprimere al proprio” Cinquant’anni dopo, nel 2005 fr. Carlos A. Azpiroz Costa, Maestro dell’Ordine, sottolineava: “San Vincenzo fu un frate domenicano disponibile per la missione che l'Ordine gli affidava e per la quale lo sosteneva. Non ebbe paura di fronte all'estensione del campo che aveva da evangelizzare, né si tirò indietro davanti alle difficoltà presentate da un mondo sempre più frammentato in nazioni, con sensibilità e lingue diverse. Colse con chiarezza che il Signore gli chiedeva di seminare la dottrina evangelica là dove il seme cresceva a stento, semplicemente per mancanza di operai solleciti e preparati; in molti casi si trattava di portare a compimento un'opera di “nuova evangelizzazione” delle regioni dell'Europa, o di stabilire contatti con gruppi religiosi distanti dal mondo cattolico. E' importante ripensare alle sue azioni e considerare le opere che ne manifestano il mondo interiore, lo zelo apostolico.

Si può quindi auspicare che questo anno e questo tempo possano essere vissuti come tempo di grazia sia per l’Ordine affinchè possa soffermarsi con particolare attenzione sulla figura e sul modello di questo suo illustre figlio che ne ha fatto la storia e per i devoti che sono chiamati a comprendere, con l’aiuto dei Pastori, che Vincenzo Ferrer non è solo una statua da portare in processione, ma piuttosto il modello di un cristiano riuscito che seguendo il consiglio dell’Apostolo Pietro è stato sempre pronto a rendere ragione della Speranza che era in lui.

don Ennio Grossi (fr. Luigi Maria, O.P.)
sacerdote diocesano domenicano 

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