DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

I Profeti: seminatori dei misteri di Dio

Proviamo a ricordare quando eravamo bambini e di tutte quelle volte che le nostre nonne, mamme o papà ci hanno raccontato qualche favola per farci addormentare.

 Nel nostro intimo della camera, sotto le coperte, ci è stato donato qualcosa di molto forte e allo stesso tempo rasserenante, e davanti a chi ci amava ci siamo dolcemente addormentati. Proprio per questa dolcezza, questi racconti fanno parte di ciò che custodiamo nel cuore, lo ricordiamo con tanta gioia e a nostra volta ci piacerebbe donare a chi amiamo.

È un po' l’esperienza anche dei magi quando si trovano davanti a Gesù bambino. Con tenerezza donano quel poco che hanno al Dio bambino incarnato. Così facendo ci svelano qualcosa di Lui: l’oro è simbolo della regalità di Gesù, l’incenso della natura divina e infine la mirra, erba medica per imbalsare i morti che anticipa il sacrificio di Cristo sulla croce. 

gabriele scardocci3   fr. Gabriele Scardocci, O.PTramite i doni, i magi si rendono profeti e ci mostrano un po' di quel Dio nascosto che si rende visibile, tanto atteso nel corso dei millenni. Proclamare le “cose nascoste sin dalla fondazione del mondo” in parabole è un po’ questo. Saper donare con amore e affetto parole che entrino nel cuore. Diventare dei piccoli seminatori dei misteri eterni, per donare la gioia piena e l’intimità con il Signore.

Tutto questo è possibile per un dono grandissimo di Dio stesso. Come dice anche il libro della Sapienza, rivolgendosi a Dio: «hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento» L’amore e il pentimento sono due di questi grandi misteri che noi possiamo interiorizzare in noi stessi. Lo Spirito Santo ci permette coi suoi sette doni di entrare sempre di più in profondità, perché nonostante le nostre debolezze Egli ci viene sempre in aiuto (Rm 8,26).

La parabola della donna e del lievito è dunque usata da Gesù per esprimere la caratteristica profetica del cattolico: sia il singolo battezzato e cresimato, sia il presbitero, nel loro ministero sacerdotale distinto (comune per il primo, ministeriale per il secondo), sono chiamati a piantare tutto il mondo di questi semi misterici della Verità Trinitaria. Il profeta sarà allora colui che è pro – futurus, anticiperà cioè sin da ora la comunione con Dio che in Paradiso avremo in modo totale. Il profeta permette invece di viverla adesso, sebbene in forma parziale: davvero allora il profeta è colui che in primis sogna e fa sognare il Paradiso, non come meta utopica, ma come reale possibilità di una gioia piena e perfetta.

fr. Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.
Convento S. Maria sopra Minerva, Roma

Dal vangelo secondo Matteo 13, 33 In quel tempo Gesù disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». 34 Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, 35 perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: « Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Ed iniziò a mandarli a due a due per portare
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