DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Il mistero dell'Incarnazione

Abbiamo celebrato in questo mese la Solennità dell'Annunciazione del Signore, l'Incarnazione del Verbo eterno o, per dirla con San Leone Magno, "il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, scendendo dal suo trono celeste senza lasciare la gloria del Padre".

La visione di Dio è il fine ultimo della vita umana. Mediante la grazia divina e le virtù soprannaturali infuse l'uomo è stato reso capace di arrivare a questa visione di Dio. Con il peccato, però, Adamo perse quella grazia e quelle virtù per se stesso e per tutto il genere umano. Come può, allora, l'uomo raggiungere il suo vero destino? Dobbiamo concludere che la vera felicità sarà impossibile per sempre?

Peccando, l'uomo si è tagliato fuori dell'amicizia con Dio. Simile ad un bambino capriccioso, è scappato dalla casa dell'amore di Dio. Tuttavia, l'amore di Dio per l'uomo è forte, profondo e sapiente; esso è sceso dal cielo e lo ha riscattato dal peccato e dalla morte, e il modo in cui fatto tutto ciò sorpassa la comprensione umana.

Questo è il mistero centrale del Cristianesimo:il mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Per salvare gli uomini dai loro peccati, Dio mandò il proprio Figlio nel mondo come uomo. La Seconda Persona della Beata Trinità si fece uomo e dimorò fra noi per la nostra salvezza. Il Figlio di Dio è allo stesso tempo Dio e uomo. Egli è una Persona Divina esistente in due nature, quella divina e quella umana. Non potremo mai capire questa verità, ma questo sta il mistero dell'amore di Dio che ci è stato rivelato. Sebbene non possiamo comprendere questo grande mistero, tuttavia, come hanno sottolineato i Padri della Chiesa e San Tommaso, per mezzo di esso ci è stato dato di conoscere la bontà, la sapienza, la giustizia e la potenza di Dio. Nell'Incarnazione Dio, che è onnipotente e perfettissimo, ha degnato di unire a Sé una natura umana che è creata e limitata in potere. Certamente questo è un segno della bontà di Dio verso l'uomo. Dal momento che Gesù Cristo è allo stesso tempo Dio e uomo, egli può offrire a Dio una soddisfazione infinita per i peccati degli uomini commessi contro Dio, e in questo ci è manifestato la sapienza di Dio. Dal momento che Gesù Cristo è uomo, è l'uomo che ha dato a Dio la soddisfazione per i peccati, e in questo noi vediamo la giustizia di Dio. Infine, unire una natura umana al Figlio di Dio in modo che divenga veramente sua è un'opera che richiede la potenza divina.

L'amore di Dio per l'uomo risplende più chiaramente nel mistero dell'Incarnazione quando ci rendiamo conto che Dio non doveva farsi uomo allo scopo di salvare l'uomo dal peccato. alfred white1   fr. Alfred White, O.P.Dio avrebbe potuto semplicemente perdonare all'uomo i suoi peccati e riammetterlo allo stato di grazia; oppure Egli avrebbe potuto accontentarsi di qualsiasi riparazione per il peccato che l'uomo da solo avesse potuto offrire. Ma l'amore di Dio per l'uomo non poteva accontentarsi di mezze-misure o di ciò che era semplicemente necessario. Dio, effettivamente, ha scelto il mezzo migliore possibile per condurre l'uomo verso il bene e ritirarlo dal male.

Mediante l'Incarnazione, Dio conduce l'uomo al bene. L'Incarnazione è il solido fondamento delle virtù della fede, della speranza e della carità. Essa è il fondamento della fede perché in Cristo ascoltiamo la voce di Dio Stesso. Essa è il fondamento della speranza perché è una manifestazione della potenza dell'amore di Dio per noi. Essa è il fondamento della carità perché il grande amore di Dio verso di noi non può non infiammarci di amore verso di Lui. Inoltre, nell'Incarnazione gli uomini trovano il modello che devono seguire per arrivare alla visione di Dio, dal momento che nella vita e nelle azioni di Cristo vediamo l'operazione di tutte le virtù cristiane in tutta la loro piena perfezione. Infine, per mezzo dell'Incarnazione la vita divina della grazia è ridonata all'uomo, rendendolo capace di vivere divinamente qui sulla terra affinché possa ereditare la visione di Dio nel cielo.

L'Incarnazione sottrae l'uomo al male. In primo luogo, gli dimostra che deve preferire Dio e se stesso al diavolo, il quale aveva causato la rovina della natura umana. In secondo luogo, essa manifesta all'uomo la grandezza della sua dignità. Dio ha unito a Sé nessun'altra natura se non quella dell'uomo. Certamente, allora, l'uomo deve essere qualcosa di meravigliosa agli occhi di Dio e nell'universo. Ma l'Incarnazione preserva anche l'uomo dalla presunzione, visto che la grazia soprannaturale gli viene ridonata per mezzo di Gesù Cristo e non a motivo dei suoi meriti personali. Ancora, mediante l'Incarnazione l'amore di Dio scioglie la durezza glaciale dell'orgoglio umano. Se Dio si abbassa fino a diventare uomo, è possibile che l'uomo sia tanto superbo da non lasciarsi divinizzare dalla grazia? Ultimo e più importante: Gesù Cristo, l'Uomo-Dio, ha dato una soddisfazione sovrabbondante a Dio per i peccati dell'uomo e, pertanto, ha meritato per lui il pieno perdono dei suoi peccati.

fr. Alfred White, O.P.
Convento S. Domenico, Siena

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