DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

San Domenico, sposo della Misericordia


San Domenico, sposo della Misericordia
Dall’Orologio della Sapienza del b. Heinrich Seuse op

O mio dio, se molti sapessero per esperienza quanto è giocondo sposarsi con te! O se sapessero quanta ne è poca la fatica, e quanto immensa la mercede! Ardo tutto nel pensare che tanti beni così a portata di mano, sono trascurati da molti, e che la messe è tanta e gli operai così pochi. O come bruciava per il desiderio di una tale cosa…quel divin Domenico, inclito padre nostro, come un celeste paraninfo di questo sposalizio, desiderava vendersi, per potersi spendere e prodigare tutto per la salvezza delle anime e per l’instaurazione di tale amore divino…or dunque, Signore mio, seguendo devotamente le orme paterne, ferito anch’io dal dardo di quest’amore e toccato sino alle midolla dallo zelo della carità fraterna, piego davanti a te le ginocchia del mio cuore e ti chiedo, con tutte le mie viscere, tra le lacrime e i singhiozzi, di non permettere che perisca…questo tuo sposalizio spirituale…io, misero peccatore, sovraccarico di delitti, ma fiducioso nella tua immensa pietà, giaccio prostrato davanti a te, e non m’alzerò da terra finché non esca dalle tue labbra una parola di grazia e…permetti che [mi] sposi con te1.

 

 

 Il brano che abbiamo ascoltato ci fa entrare nel dialogo profondo di un’anima che cerca disperatamente il Dispensatore dei Doni, è l’anima di un discepolo prostrato a causa della sua miseria che si offre liberamente alla Eterna Sapienza, che chiede di unirsi a Lei in modo totale, ma per fare ciò è necessario chiedere la Misericordia. Ma quanto è arduo chiederla!! È difficile poiché il nostro orgoglio non ci permette di chiederla, è infatti assai duro scendere un gradino, anzi scendere un intera rampa di scale…quella dell’umiltà. Il beato Heinrich pur tuttavia non si scoraggia e ci mostra alcuni esempi di uomini che in modo totale si sono abbeverati alla Fonte della Misericordia, per esempio parla dell’Egregio dottore l’Apostolo Paolo e dell’evangelico Francesco che tutto considerava letame e da buon figlio non può dimenticarsi del padre: il nostro dolce spagnolo Domenico2.

Egli è stato un uomo che aveva sentito forte la voce del Signore che dice: «..Non giudicate... non condannate... perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato... Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro3, e che non considerava tali parole come campate in aria ma indicazioni assai concrete per il nostro quotidiano comportamento di credenti4.

Egli nella sua carne viveva la Misericordia, aveva compreso che senza di essa la stessa appartenenza a Cristo e il “battesimo nell’unica vera chiesa”5sarebbe stato vano, in quanto tutte le parole della Scrittura ove si parla di un destino ricco dell’amore del Padre sarebbero rimaste disattese. E ricordiamoci di quelle parole del messaggero celeste a quel servo fedele e saggio6, San Giuseppe, che prospettano ad un uomo afflitto dal dolore per un vincolo in apparenza spezzato non la dannazione eterna ma la salvezza del’intero popolo dei figli di Dio7.

San Domenico era un divoratore della Parola di Dio8, ma la sua non era una mera “golosità” fine a se stessa ma era una necessità, infatti era l’energia che lo spingeva ad gridare l’evanghelion-la Buona Novella della infinita misericordia di Dio verso i peccatori.

San Domenico non è solo un personaggio storico che ha fondato un ordine religioso dell’istituzione chiamata Chiesa Cattolica, non è un qualcosa di lontano e di oscuro, o un personaggio costruito ad hoc come ci vorrebbero far credere alcuni storici contemporanei9. Non possiamo appiattire la sua figura con le nostre categorie di pensiero postmoderne.
 

Molte volte abbiamo il timore di parlare di lui e della sua opera; oggigiorno pensiamo che la Misericordia sia il non condannare i peccati perché in qualche modo potremmo urtare la sensibilità della persona, ma questo è un gioco del demonio!! Tutti noi siamo peccatori ma il Signore ci perdona!! Egli non aveva paura di predicare l’interezza del Cristo poiché aveva un cuore ricco di misericordia, egli ascoltava la Sapienza che abitava in lui, Sapienza che gli chiedeva di amare tutti, anche i lontani e i nemici, imitando il Padre celeste che rispetta la libertà di ciascuno ed attira tutti a sé con la forza invincibile della sua fedeltà10, amore questo che lo faceva soffrire grandemente per tutti quei fratelli che era conscio non si sarebbero mai aperti a Cristo11.

Concludendo, San Domenico non è rimasto sordo al grido di aiuto che si era levato da un umanità sofferente e priva dei mezzi per giungere alla felicità. L'apparente soddisfazione che dava la dottrina pseudo-cristiana dei catari aveva provocato delle ferite profonde in quell’umanità povera e disperata e anche oggi molti sono i “catari” che, pensando di portare il luminoso progresso all’umanità, non fanno altro che bruciare i verdi pascoli cercando di obnubilare la Fonte della Misericordia, ma qui entriamo in gioco noi, figli della Madre Chiesa che seguendo l’esempio dell’Agricola di Cristo12 ci mettiamo subito, senza indugi in cammino per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza13.

Solo in questo modo potremmo combattere la Buona Battaglia, e solo chi avrà perseverato virilmente sino alla fine sarà congiunto per tutta l’eternità con la sposa, l’Eterna Sapienza14.

 

Fra' Manuel Russo, O.P.

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1 B. Seuse Heinrich, Horologium Sapientiae, II, 7, in: B. Susone Enrico, Opere Spirituali, Alba, Paoline, 1971, 965-966;

2 cfr. S. Caterina da Siena;

3 Lc 6,36-38;

4 Benedetto XVI, Angelus, Castel Gandolfo, 16 settembre 2007;

5 S. Cipriano di Cartagine, De Ecclesiae Catholica Unitate, : CCL 3;

6 Preghiera a San Giuseppe del b. Giacinto M. Cormier o.p. in: Le nostre preghiere, a cura di Reginaldo Bernini o.p., Roma, 1995, p. 189;

7 Mt 1,21: «…tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati.»;

8 La tradizione ci ha tramandato i IX modi di pregare di San Domenico, ed uno di questi era proprio la meditazione della Parola di Dio: Modi Orandi Sancti Dominici, VIII, in: San Domenico visto dai suoi contemporanei. I più antichi documenti relativi al Santo e alle origini dell’Ordine Domenicano, Bologna, ESD, 1998, pp. 350-351;

9 Canetti Luigi, L’invenzione della memoria. Il culto e l’immagine di Domenico nella storia dei primi frati predicatori, Spoleto, Centro Italiano di studi sull’Alto Medioevo, 1996;

10 Benedetto XVI, Angelus, Castel Gandolfo, 16 settembre 2007;

11 Atti del Processo di Tolosa, 18, in: San Domenico visto dai suoi contemporanei,cit., p. 509; Vitae Fratrum, 79, in: Storie e leggende medievali. Le Vitae Fratrum di Gerardo di Frachet o.p., a cura di p. Pietro Lippini o.p., Bologna, ESD, 1988, p. 108;

12 Dante Alighieri, Commedia. Paradiso, XII, 71;

13 Benedetto XVI, S. Messa imposizione del pallio e consegna dell’anello del pescatore per l’inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma. Omelia, Roma, 24 aprile 2005;

14 B. Seuse H., Horologium Sapientiae, II, 7, in: B. Susone E., Opere Spirituali, cit., 967;

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