L’uomo definitivo: Gesù trasfigurato
La seconda domenica di Quaresima ogni anno toglie il sipario sulla condizione futura del genere umano. Ci troviamo coinvolti nell’episodio splendido della trasfigurazione del Cristo di fronte ai due profeti Mosè ed Elia e i tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Normalmente sorridiamo dell’affermazione di Pietro che propone a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui. Se vuoi farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia».” (Mt 11, )
La legge dentro il cuore
Nella prima grande sezione del discorso della montagna troviamo le antitesi tra la prima legge d’Israele e il compimento proposto da Gesù, che potremmo anche definire come "i sei approfondimenti" o " i sei salti di qualità", che occupano il posto centrale del vangelo di Matteo.In questa quarta domenica leggiamo le prime quattro antitesi, che trattano temi quali l'omicidio, l'adulterio, il divorzio e il giuramento. Un brano, quello che la liturgia ci propone,piuttosto ampio, riguardante norme varie, unificate da un'espressione ricorrente: "Avete inteso che fu detto agli antichi... Ma io vi dico...".
Il “Discorso sulla Montagna”: Come riuscire ad amare, oggi, il nostro nemico
Riflessione sulle letture della Settima Domenica del Tempo Ordinario, 19 febbraio 2023
Letture: Lv 19,1-2.17-18; 1 Co 3,16-23; Mt 5,38-48
Il Vangelo di questa domenica si situa all’interno del “Discorso sulla montagna” che Matteo presenta nei capitoli 5-7 del suo Vangelo. Nel cuore stesso di questo Discorso (5,17-48), Gesù ci propone uno sguardo e un atteggiamento totalmente nuovo: una giustizia nuova. Mette a confronto la giustizia “degli scribi e dei farisei” (v.20) con una giustizia che lui presenta come “compimento della Legge e dei Profeti” (v.17).
Week end di gioia, preghiera e vocazione a Pratovecchio (Arezzo)
PRATOVECCHIO (Arezzo) - Monastero S. Maria della Neve e S. Domenico
3-5 Marzo 2023
La morte non è mai una soluzione.
“Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap 1,14)"
Con queste parole i vescovi d’Italia intendono celebrare questa 45° giornata della vita che il 5 febbraio 2023 si svolge in tutta l’Italia. La morte non è un’invenzione divina. Né il Padre, né il Figlio, né lo Spirito Santo volevano la morte. Ma più grande della loro avversione per la morte è il loro amore per la nostra libertà. E sappiamo come è entrata la morte nell’ordine della creazione e conosciamo il disordine che ha portato. “Dio ha creato tutte le cose perché esistano,” è la citazione del Libro della Sapienza che i nostri vescovi hanno scelto per esplicitare meglio il motto della giornata della vita di quest’anno “La morte non è mai una soluzione.”