DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Il nostro cammino verso la Pasqua continua

Gesù ci conduce oggi alla “Santa montagna” e ci rivela chi è Lui. La colletta della santa Messa di oggi fa, come al solito, il punto sulla proposta di riflessione della liturgia della parola: Dio è un padre buono e ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio. Perché la nostra fede sia salda dobbiamo ascoltare questo figlio e così giungeremo alla Pasqua, nostra trasfigurazione.

 

Tre giorni di terribile e silenzioso viaggio affrontato da Abramo verso la vetta della prova: è come il paradigma di ogni itinerario di fede. Percorso oscuro e combattuto, accompagnato solo da quel comando implacabile: «Prendi il tuo figlio, il tuo unico figlio che ami e offrilo in olocausto!». Poi il silenzio. Silenzio di Dio («Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»), silenzio di Abramo, silenzio del figlio Isacco che solo una volta (per altro non riportata nel nostro testo liturgico), con ingenuità straziante apre un dialogo col padre: «Padre mio! - Eccomi, figlio mio. - Dov'è l'agnello per olocausto? - Dio stesso provvederà, figlio mio!».

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Beato Angelico 2024

Nella cella 32a del convento San Marco, a Firenze. dove il frate pittore dotò le celle e alcuni spazi comuni delle scene dei Vangeli, il Beato Angelico ha rappresentato la scena del deserto del Vangelo di oggi.

In questo affresco mancano solo le bestie selvatiche, che forse erano rappresentate accovacciate alla destra di Gesù, nella parte dove adesso c’è una finestra.

La scena del deserto è divisa sapientemente in due, come due sono le “immagini” del Vangelo di Marco: in alto Gesù che allontana Satana; in basso Gesù e gli angeli che lo servono.

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Curare il malato curando le relazioni

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA XXXII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

11 febbraio 2024

 

«Non è bene che l’uomo sia solo».
Curare il malato curando le relazioni

«Non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18). Fin dal principio, Dio, che è amore, ha creato l’essere umano per la comunione, inscrivendo nel suo essere la dimensione delle relazioni. Così, la nostra vita, plasmata a immagine della Trinità, è chiamata a realizzare pienamente sé stessa nel dinamismo delle relazioni, dell’amicizia e dell’amore vicendevole. Siamo creati per stare insieme, non da soli. E proprio perché questo progetto di comunione è inscritto così a fondo nel cuore umano, l’esperienza dell’abbandono e della solitudine ci spaventa e ci risulta dolorosa e perfino disumana. Lo diventa ancora di più nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria.

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Ed iniziò a mandarli a due a due per portare
e predicare al mondo la Parola di Dio
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Frati, Monache e Laici Domenicani...
parliamo con Dio e di Dio nel XXI secolo
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E se Dio ti avesse scelto? E se ti stesse chiamando ad essere un frate domenicano?
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