DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Giovane, fermati un istante

briciole frate

A te giovane, che forse sei già stanco di vivere e di lottare...

di credere e di amare, a te che in questo momento ti senti solo e insicuro, a te che sei deluso per come vanno le cose, a te che soffri per la falsità degli uomini, a te che sei senza lavoro, a te che chiedi amore e ti viene dato sesso, a te che hai cercato solo nel piacere il senso della vita, a te che hai creduto invano nella violenza e nella droga, a te che il divertimento e il denaro non bastano più, a te che forse pensi di farla finita, a te che non credi più a niente ma non smetti di cercare, a te cui manca una ragione per vivere, a te che non hai ancora deciso cosa fare della vita, a te che hai provato tutto eccetto Cristo: fermati e rifletti un po' perché forse tu cerchi le cose belle e buone della vita, forse tu cerchi ancora Dio.

Il mito della corsa e della competizione hanno ormai caratterizzato il nostro stile di vita da quando, agli inizi del secolo scorso, la tecnica irruppe nella vita quotidiana con il sogno della velicità a portata di mano. L’automobile mette le ali ai piedi – perfino il ‘velocipite’ viene guardato con paura- alle persone più fortunate che possono godere dell’ebrezza della corsa. Oggi bisogna essere i più “bravi”, i più intraprendenti, bisogna attirare più clienti, avere più contatti, avere più soldi, avere più “roba”. Consumismo? Sviluppo economico? Crescita produttiva? Miglioramento? NO!!!!! E’ vero, occorre essere bravi e tutti lo siamo in qualcosa (non possiamo pretendere di esserlo in tutto) ed occorre tirare fuori le nostre potenzialità. Ma il mito della corsa può portare al crash, a cozzare contro un muro invisibile, ma ben potente: quello della perdita del senso della vita, di se stessi, delle vere priorità.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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