DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Imparate dal giglio e dall'uccello

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Padre celeste! Ciò che in compagnia degli uomini, specialmente nel brusio della folla, tanto difficilmente si riesce a sapere:

ciò che altrove si è riusciti comunque a sapere e si dimentica poi così facilmente per il chiasso della folla, cioè l'essere uomo e il significato religioso che quest'esigenza comporta: fa' che ci sia dato di saperlo, e se l'abbiamo dimenticato che torniamo a impararlo dal giglio e dall'uccello. Fa' che lo impariamo, non in una volta sola e tutto insieme, ma almeno un poco e un po' alla volta e che questa volta dall'uccello e dal giglio impariamo silenzio, obbedienza e gioia!

Soren Kierkegaard

 

La vita è di più del cibo e del vestito… Gesù ora si fa maestro di ricerca. La vita “è di più” del cibo e del vestito, dice letteralmente il testo. Tutto il segreto della ricerca è in questo “di più” della vita! E Gesù non prende a termine di paragone le cose superflue con cui stiamo ingolfando il nostro presente: no! si riferisce al cibo e al vestito, alla nutrizione e alla protezione, le due forme fondamentali della vita, iscritte nella carne dell’uomo, prima ancora che il bimbo possa sillabare il nome di chi ti cura (la mamma) e di chi te li procura (il papà). La vita è ricevuta e con essa i beni che ti aiutano a iscriverla nella coscienza come un dono. Eppure già la vita ricevuta corre il rischio di esser presto persa come vita donata e non solo procurata. Gesù sa, ma ogni bambino sa, che la vita è “di più” del cibo e del vestito con cui la mamma ti alimenta e ti protegge: eppure come è facile dimenticare che essa è dono e va accolta come donazione. Per questo essa è iscritta nel nostro corpo, per questo è iscritta nel mondo. Ma come è facile dimenticare. È necessario che Gesù, il figlio del Padre, la parola fatta bambino, porti alla parola ciò che ogni bambino sa: la vita è di più, vale di più! Nel gesto del dare la vita i genitori sanno che essi non procurano solo una vita fisica, ma devono dare quel “di più” per cui la vita possa valere. Ecco allora la musica del mondo, ecco i corvi che non seminano e non mietono, ecco i gigli del campo, ecco lo sguardo di Gesù! («guardate gli uccelli del cielo… guardate i gigli del campo…»). La vita vale di più se insegue quell’“altro” che è alluso nel dare la vita; è semplicemente persa se divora in modo vorace tutti i beni e divide le persone… per poter vivere.

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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