DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Preghiera del clown

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Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo.

Tu che proteggi uomini, animali e baracconi, tu che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni, tu che ogni sera presti agli acrobati le ali degli angeli, fa' che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane ed applausi. Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni, se qualche disgrazia dovesse accaderci, fa' che avvenga dopo lo spettacolo e, in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini. Tu che permetti ai nani e ai giganti di essere ugualmente felici, tu che sei la vera, l'unica rete dei nostri pericolosi esercizi, fa' che in nessun momento della nostra vita venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore. Guardaci dalle unghie delle nostre donne, che da quelle delle tigri ci guardiamo noi, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici. Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un po' perché essi non sanno, un po' per amor Tuo, e un po' perché hanno pagato il biglietto. Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura. C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.

Dal film "Il più comico spettacolo del mondo"

Questo preghiera è di Totò, e l’immagine che essa propone, è ancora oggi di grandissima attualità. Il cristiano, chiamato a testimoniare il Vangelo di Cristo, rimane spesso inascoltato perché, come nel caso del clown, egli risulta – agli occhi del mondo – “incapace di portare il suo messaggio ad essere veramente ascoltato dagli uomini. Il pagliaccio non viene mai preso sul serio. Può dire quello che vuole, ma è come avesse appiccicata addosso un’etichetta, come fosse inquadrato nella sua parte di commediante. Comunque si comporti, qualsiasi gesto faccia per presentare la serietà del caso, tutti sanno già in partenza che egli è appunto solo un povero clown. Si sa già di che cosa parli, si conosce già in partenza che offre solo una rappresentazione fantastica, la quale ha poco o nulla da spartire con la realtà. Lo si può quindi ascoltare con animo sollevato, senza esser obbligati ad inquietarsi seriamente per quello che dice. Specchiandosi però nelle pagine delle Sacre Scritture, diventano occasioni inaspettate non solo per riflettere ma anche per commuoversi o sorridere.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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