DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Nell'altezza del cielo riluce la tua misericordia, ciò è ne' santi tuoi

Domenica della Misericordia

Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce....
Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. 1 Pt 1, 3-9

S. Giovanni Paolo II volle che la domenica dopo la Santa Pasqua fosse illuminata da una parola chiave del mistero d’amore della nostra redenzione: misericordia. L’Apostolo Pietro ci offre la giusta chiave di lettura della “grande misericordia” che ci ha ri – generati. Soffermiamoci un momento sui verbi che ricorrono nella Liturgia del tempo pasquale. E’ come una sequenza di parole cardine per la nostra vita cristiana: ri – sorgere; ri – generati; ri – cominciare ... Si tratta sempre di ri - tornare ad un punto iniziale di cui abbiamo nostalgia, ma che da soli non possiamo ri- trovare. Ecco che il Padre ci dona il Figlio: contemplando il suo Volto, meditando le sue parole sino a farle divenire vita della nostra vita accogliendo la linfa dell’Eternità nello scorre dei nostri giorni noi ri - troviamo la memoria della nostra vera identità. Battezzati nel Sangue del dolce Verbo incarnato, come scrive più volte S. Caterina da Siena, noi possiamo esultare di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

Il tempo della misericordia è quindi il tempo che il Padre ci dona per raggiungere lo scopo della nostra esistenza. Misericordia non è un "paziente" sopportare da parte di Dio dei danni provocati dal nostro insipiente orgoglio; quasi un benedire la trascuratezza del nostro vivere umano e cristiano. No. Il Creatore ci ricorda nel Figlio che siamo essenzialmente sua immagine e somiglianza, quindi la bellezza è, mi si permetta l’espressione, nel dna della natura di creature. S. Caterina da Siena ce lo ricorda quando scrive al Beato Raimondo da Capua:

La verità sua fu questa: che egli ci creò per gloria e loda del nome suo, e perché noi partecipassimo l'eterna bellezza sua, perché fossimo santificati in lui. Chi ce lo dimostra, che questo sia la verità? Il sangue dello immacolato Agnello. Dove troviamo questo sangue? Nel cognoscimento di noi.

E Caterina continua

Noi fummo quella terra dove fu fitto el gonfalone della croce; noi stemmo come vasello a ricevere el sangue dell'Agnello, che corriva giù per la croce. Perché fummo noi quella terra? Perché terra non era sufficiente a tenere ritta la croce; anzi, avrebbe la terra rifiutata tanta ingiustizia; né chiodo era sufficiente a tenerlo confitto e chiavellato, se l'amore ineffabile che egli aveva alla salute nostra non l'avesse tenuto. Sì che l'affocata carità verso l'onore del Padre e salute nostra lo tenne: dunque fummo noi quella terra che tenemmo ritta la croce, e siamo el vaso che ricevemmo il sangue. L 102

Questo insegnamento ci fa penetrare nel luminoso e dolce mistero della Misericordia. Sappiamo che il S. Padre Domenico trascorreva le sue notti in preghiera supplicando la divina Misericordia per la salvezza dei peccatori. Questa domenica ci fa riflettere di quanto sempre e fino alla fine dei tempi ogni uomo, ogni donna necessita della divina Misericordia come ossigeno per l’eterna salvezza: il Paradiso è misericordia, è la bellezza per la quale siamo creati. Desidero concludere questa breve riflessione supplicando il Padre di fare oggi Misericordia al mondo, di fare Misericordia a tutta la storia umana che soffre in attesa della beata eternità. Senza esitazione alcuna possiamo fare nostra la preghiera di intercessione per noi tutti che Caterina, vera figlia di S. Domenico, rivolge più volte all’eterno Padre:

Ora ti domando che tu faccia Misericordia al mondo e alla tua santa Chiesa. Ti prego tu adempia quello che mi fai domandare. (...) Non indugiare più a fare Misericordia al mondo: accondiscendi e adempi il desiderio dei tuoi servi. Tu sei li fa gridare: dunque ascolta la loro voce. (...) O Padre eterno, i tuoi servi gridano a te misericordia: rispondigli, dunque. Io so bene che la misericordia t’è propria (...) Essi Bussano alla porta che è la tua Verità (...) Dunque apri, disserra e spezza i cuori induriti delle tue creature; non per loro che non bussano,ma fallo per la tua infinita bontà e per amore dei servi tuoi che bussano a te per loro. Dunque non indugiare avvolgere l'occhio della tua Misericordia, ma rispondi, perché vuoi rispondere prima che noi chiamiamo con la voce della tua Misericordia.
Apri la porta della tua inestimabile carità che ci donasti attraverso la porta che è il Verbo stesso.

Dialogo c. 134, Ed ESC ESD 2017

Sr M. Elena Ascoli op

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