DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Non temete, non abbiate paura

Le letture di questa domenica 25 Giugno del tempo ordinario hanno come linea comune questo invito, non temete, non abbiate paura, non angustiatevi. Come cristiani dobbiamo sentire ogni giorno questo invito a non temere nelle varie peripezie della vita. Nella prima lettura tratta dal profeta Geremia leggiamo che a sua difesa il Signore sarà al suo fianco come frode valoroso contro uomini che lo calunniano.

Già qui ci viene svelato perché come cristiani non dobbiamo avere paura, perché non dobbiamo temere: il Signore è al nostro fianco.

Quanto volte i problemi della vita, le avversità ci fanno invece vivere schiavi delle nostre paure. Quanto siamo cristiani tiepidi nella nostra società per paura, paura di esporre le nostre idee, la nostra fede, il nostro credo. Quanti esempi, al contrario, abbiamo che non hanno ascoltato il timore ma hanno donato come Cristo la loro vita per testimoniare. Ma forse ci potremmo chiedere perché non dobbiamo avere paura? Certo il profeta era uomo scelto da Dio potremo dire, ma noi? E noi altrettanto, amati e creati da Dio come un prodigio, fatti e plasmati da Lui come leggiamo nel salmo. La pagina del vangelo di questa domenica parla dell’evangelizzazione compito essenziale per ciascun cristiano di ogni tempo. Leggiamo che Gesù molto apertamente e schiettamente parla ai suoi discepoli ed oggi a ciascuno di noi. È un discorso realista e ci spiega che noi abbiamo il compito di evangelizzare e di far conoscere Lui perché “Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze” (Mt 10,27). Molte volte sentiamo parlare di nuova evangelizzazione, ebbene proprio questa oggi è la strada da seguire. Il Vangelo di Gesù Cristo non è qualcosa di ieri, per le persone di ieri ma è parola viva per tutti, ieri come oggi. Tutti gli uomini hanno necessità di conoscere questo messaggio di salvezza e ogni cristiano ha il compito di portarlo.

Quale messaggio dobbiamo portare, quale testimonianza dobbiamo far conoscere a tutti? Fondamentalmente che Dio ci ama e che questo amore non lo possiamo tenere solo per noi ma lo dobbiamo condividere, dobbiamo ampliarlo, dobbiamo farlo conoscere. Dobbiamo permettere che il messaggio di Cristo attraverso la Sacra Scrittura, attraverso la dottrina, attraverso la Tradizione della Chiesa possa veramente far sì che ogni uomo venga salvato dall’incontro col Cristo. Ma questo non è e non sarà mai facile, lo capiamo benissimo tanto che ci viene detto da Gesù che non dobbiamo temere chi uccide il corpo, ma bensì chi uccide il nostro spirito. Tante le forme in cui come uomini possiamo e siamo uccisi solo perché proclamiamo e testimoniamo la parola di salvezza a tutti i nostri fratelli. Ma siamo pronti a questo compito così importante che ci viene affidato con il nostro battesimo? Una parola risuona questa domenica ed è “Non temete”. Tante volte siamo abituati a sentire Dio stesso che in momenti in cui il mistero è troppo grande da essere compreso viene da Lui ripetuta, così come accade per la Vergine Maria nel momento dell’annunciazione, alla quale sarà detto, come leggiamo nel vangelo di Luca “non temere perché hai trovato grazia presso Dio”.

Come cristiani non dobbiamo cedere alla paura e Gesù stesso ci assicura la sua attenzione verso noi nel proseguo del vangelo. Intanto abbiamo la grande certezza che ci viene data dai martiri, la parola martirio proprio testimonianza vuole significare, una testimonianza d’amore vero per cui pur di testimoniare la fede essi hanno donato la cosa più cara che avevano, la propria vita. Un gesto radicale che però indica l’aver compreso veramente quanto Dio ci ama, Lui che ha donato il Suo stesso figlio per la nostra salvezza. Ma ci potremmo chiedere su cosa questo discorso così autorevole e duro di Gesù trova il suo fondamento. La spiegazione sta in una parola, amore provvidente di Dio, un amore paterno per cui nulla della sua creazione è dimenticato, nemmeno due passeri.

E se di loro si prende cura, tanto più Gesù dice, il padre vostro avrà cura di voi. Il padre non dimentica nulla tanto più se questo padre è Dio stesso. In conclusione questo brano ci fa vedere il nostro legame strettissimo con il Padre e con il Figlio. Con il Padre ci lega la figliolanza, l’essere amorevolmente custoditi da Lui e quindi sicuri che nulla intaccherà il nostro compito di evangelizzatori, con il Figlio ci accomuna la sofferenza, la paura che ha provato anche Lui nella passione, ma in cui mai è stato dimenticato dal Padre. Allora anche noi ogni volta che la paura sentiamo blocca il nostro cammino di cristiani fermiamoci ed ascoltiamo nel nostro cuore il triplice non abbiate paura e da questo arriverà la certezza di essere un domani riconosciuti da Cristo al cospetto di Dio Padre nostro.

Fr. Salvatore Spanu

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