DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Fermarsi da Benedetto

fermarsi-da-BenedettoNon capita tutti i giorni di trascorrere un ritiro spirituale in un monastero benedettino femminile. Ed è ancor meno consueto, ahimè, che si tratti di un monastero florido e vivissimo. “Cosa!?” Sì, proprio così: florido e vivissimo. Con gli altri studenti abbiamo infatti vissuto un fine settimana di ritiro presso l'abbazia di S. Maria di Rosano, nei pressi di Pontassieve (Toscana).

Occorre sapere che quasi ogni mese, per non perdere la bussola a furia di seguire le decine - se non centinaia – idee filosofiche che in questi ultimi tre millenni sono state proposte, ci viene offerta la possibilità di fermarci, rimettere Cristo al centro, per poi ripartire.

In questo mese di marzo i nostri formatori hanno pensato bene di farci fare un'esperienza diversa sotto tanti aspetti. Ci siamo pertanto recati in questa bella e al contempo sobria abbazia in Toscana, dove vivono ben 50 monache benedettine. E non è tutto! A queste 50 occorrerebbe aggiungerne altre 10, se non fosse che queste ultime sono state mandate in Svizzera per aprire un nuovo monastero. Si potrebbe però dire: “Certo, sono tante, ma chissà come vivono...”.

Dal canto mio posso dire francamente che mi è sembrata una realtà religiosa sana ed equilibrata: l'accoglienza è risultata meravigliosa, il loro stile di preghiera intenso e profondo, e la radicalità richiesta dalla vita benedettina appariva vissuta con sincerità.

Ma cosa c'entrano i domenicani con il mondo benedettino? Se è infatti vero che S. Domenico non adottò la regola benedettina per il suo nuovo Ordine, è però altrettanto vero che fin dalle proprie origini i domenicani hanno sempre mantenuto ottimi rapporti con il “mondo benedettino”. Risulta poi dalle fonti a lui più prossime, che non appena Domenico sentisse risuonare le campane dei diversi monasteri che incontrava durante i suoi viaggi, non esitava ad entrare in quelle abbazie per poter pregare con i religiosi del posto... e sappiamo quanto numerosi fossero i monasteri benedettini nel medioevo! Niente di più facile, quindi, che il Nostro abbia avuto contatti con diversi benedettini (e, perché no, benedettine) durante la sua vita terrena.

Forti di questa sana tradizione anche noi studenti domenicani, abbiamo deciso di vivere questo fine settimana ormai trascorso accanto a delle nostre sorelle in Cristo, che sono state chiamate da Dio a vivere la loro sequela Christi alla scuola del santo patriarca del monachesimo occidentale. A loro va quindi il mio personale (e quello di tutti gli altri studenti) ringraziamento per averci accolti fraternamente e, utilizzando un neologismo, “benedettinamente” (uno delle note caratteristiche della vita benedettina è proprio l'ospitalità del prossimo, come se fosse Cristo stesso a farsi ospite e pellegrino).

Desidero però qui concludere non soltanto con un ringraziamento a queste monache, ma anche con un pensiero-sentimento personale (me lo si permetta!). Mi viene da ringraziare il Cielo per aver donato alla Chiesa e al mondo due persone del calibro di S. Domenico e S. Benedetto. Dico questo non solo in riferimento alla loro grande santità, ma perché sono la prova vivente di quanto possa essere fantastica la “vita intra-trinitaria”! Se infatti Dio ha avuto una così grande “immaginazione” nell'ispirare propositi ed azioni così diverse in Benedetto e Domenico, quanto dovrà essere bello poter contemplare e godere per l'eternità dell'infinita ricchezza - e al contemplo semplicità – di Dio? Per utilizzare una citazione musicale... “lo scopriremo solo vivendo”!

fr. Fabrizio P.M. Cambi, O.P.

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