DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

La nuova edizione critica della “Legenda maior”

La Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (SISMEL) ha il merito di aver promosso e patrocinato l’edizione critica della prima biografia ufficiale di Caterina da Siena, meglio conosciuta come “Legenda maior”, composta da Raimondo da Capua, confessore della Santa di Fontebranda ed in seguito maestro generale dell’Ordine domenicano.

Il lavoro è frutto di una ricerca decennale affrontata con professionalità e acribia dalla dottoressa Silvia Nocentini, curatrice dell’edizione, un compito arduo e complesso sia per l’imponente tradizione manoscritta dell’opera, sia per le implicazioni ad essa sottese, sia infine per la grande fortuna della biografia della santa senese nella storia della spiritualità occidentale. Il 12 maggio 1380 Raimondo da Capua confessore di S. Caterina da Siena venne eletto alla suprema carica dell’Ordine domenicano, succedendo al maestro generale Elia da Tolosa.

Caterina aveva terminato il suo pellegrinaggio terreno nella notte fra il 28 e il 29 aprile di quell’anno e la Chiesa viveva da due anni il dramma del Grande Scisma d’Occidente quando, all’indomani dell’elezione di papa Urbano VI (Bartolomeo Prignano) avvenuta l’8 aprile 1378, alcuni cardinali, scontenti dell’azione di governo del nuovo pontefice, avevano eletto a Fondi un nuovo papa, dichiarando invalida l’elezione di Urbano VI, nella persona del cardinale Roberto di Ginevra, che assunse così il nome di Clemente VII. Il 3 ottobre 1385 Raimondo organizzò a Siena una solenne cerimonia durante la quale furono tributati grandi onori alla reliquia della testa di Caterina, che già si trovava in città, ma era tenuta nascosta dai frati di San Domenico, in attesa della canonizzazione. Fu in questa occasione che Raimondo annunciò di aver iniziato a scrivere la biografia della sua figlia spirituale. La stesura della “Legenda” occupò il frate domenicano per un decennio, durante il quale fu assorbito dagli oneri legati alla sua carica di successore di S. Domenico, in un delicatissimo momento per la vita della Chiesa e dell’Ordine stesso, interessato dalla nascita del movimento osservante, di cui lo stesso Raimondo fu garante e propugnatore.

caterinasiena5La Legenda maior è divisa in tre parti, «affinché tutto si compia nel nome della Trinità»: due libri di 12 capitoli ciascuno descrivono la Vita di Caterina secondo un criterio cronologico; il terzo libro, diviso in 6 capitoli, narra l’epilogo all’esperienza terrena della santa e raccoglie poi una serie di testimonianze - sui miracoli, sul transito, sul testamento - e una traduzione parziale del Libro di divina provvidenza dal volgare in latino. Paradossalmente, una volta terminata la stesura della “Legenda”, Raimondo da Capua non se ne fece propagatore. Lo attesta il fatto che durante le sue visite canoniche ai vari conventi dell’Ordine non incoraggiò mai la trascrizione e quindi la diffusione della biografia della santa. Tale circostanza non va però interpretata come un disinteresse del frate domenicano verso la vicenda personale e spirituale di Caterina da Siena, ma è giustificata dall’affidamento della promozione e diffusione del suo culto proprio da parte di Raimondo ad altri confratelli, appartenenti al movimento osservante e facenti capo al convento veneziano dei Ss. Giovanni e Paolo, centro propulsore del culto cateriniano, oltre che di diffusione degli scritti della Vergine di Fontebranda, fra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo.

Dopo aver ultimato la “Legenda” Raimondo la portò infatti proprio nel cenobio veneziano, per consentirne un’efficace diffusione. Attivo promotore del culto della Santa senese fu Tommaso da Siena detto il “Caffarini”, mentre il segretario personale di Caterina, il certosino Stefano Maconi annotò la “Legenda” e contribuì enormemente alla sua diffusione, soprattutto durante il suo mandato di generale del suo Ordine per l’obbedienza romana dal 1398 al 1410. Cospicua fu la diffusione del testo, tradito da ben quarantaquattro manoscritti completi diffusi in tutta Europa e da nove manoscritti che ci hanno trasmesso una versione abbreviata del testo raimondiano. I canali di propagazione della “Legenda” furono due: l’ambito certosino, che ebbe come referente Stefano Maconi, e l’ambito domenicano con Tommaso da Siena, che fu molto attivo nel promuovere la canonizzazione di Caterina, portata avanti insieme all’iter per l’approvazione della regola del Terz’Ordine domenicano.

L’edizione critica è corredata da un’introduzione lucida e ben documentata, nonché da un’ampia bibliografia. La minuziosa descrizione dei manoscritti impreziosisce un lavoro che d’ora in poi si offre come un punto di riferimento imprescindibile e prezioso per chi voglia accostare anche la figura di Raimondo da Capua e la storia del movimento osservante domenicano, di cui Caterina fu l’ardente ispiratrice. Il 28 aprile 2015 il testo critico della “Legenda” è stato presentato a Roma, presso la Sala dell’Antico Refettorio del Convento di S. Maria sopra Minerva, dalla profossoresse Sofia Boesch Gajano (Centro Europeo di Studi agiografici) e Gabriella Zarri (Università di Firenze) e dai professori Francesco Santi (Università di Cassino-SISMEL) ed Emore Paoli (Università di Roma “Tor Vergata”). Speriamo in un’imminente nuova traduzione in italiano, esemplata sull’edizione critica della dottoressa Silvia Nocentini, per un’ampia conoscenza della vicenda terrena e spirituale di Caterina da Siena, che ancora oggi attira a sé molte anime assetate della misericordia divina. 

[Raimondo da Capua, Legenda maior, edizione critica a cura di Silvia Nocentini, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, Firenze 2013, pp. 450 (Edizione Nazionale dei Testi Mediolatini d’Italia, 5)].
Per ordinare il libro scrivere a: order@sismel.it 

fr. Luciano Cinelli, O.P.

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