DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Cristo Re dei nostri cuori

cristo-reOggi la Chiesa Universale conclude un altro periodo della sua storia, un altro anno è appena passato e con l’Avvento alle porte un nuovo anno sta per cominciare. Tutto ciò suona già strano, siamo solo alla fine di novembre, l’anno 2014 non è ancora ultimato del tutto eppure la Chiesa sta affermando che è oggi il giorno con il quale concludiamo un altro anno della nostra vita. Ma l’anno che abbiamo concluso non è quello civile: è quello Liturgico.

Ma in cosa consiste l’anno liturgico che la Chiesa si ostina a proporre anno dopo anno, secolo dopo secolo? La Chiesa, da vera sposa di Cristo, ama ricordare la storia del suo innamoramento, in attesa del ritorno glorioso dello Sposo, ma da Sposa e Madre non può e non deve tenere tutto per se. Apre ai fedeli le ricchezze e i meriti del suo Signore affinché tutti possano venirne a contatto e così essere pieni della grazia della salvezza (Sacrosantum Concilium, 102).

Oggi celebriamo la solennità di Cristo Re: non è solo una ricorrenza come tante altre ma un giorno in cui ogni battezzato dovrebbe gridare a gran voce: Cristo tu sei il mio Re!

Con questa solennità noi tutti dovremmo ribadire con forza la nostra appartenenza ad un Regno, non ad un regno come quelli di questo mondo (cfr. Gv 18,36), ma al Regno dei Cieli.

Ammettere la regalità di Cristo comporta una legge, e costoro non tollerando nemmeno la parola “legge” rifiutano anche l’amabilissima legge della Carità

Quest’oggi chiamiamo Cristo nostro unico Re, ma quale tipologia di Re abbiamo in mente? Quella di un sovrano dominatore sulle potestà del mondo? Quella di un imperatore romano pronto a darci in pasto alle belve? Quella di un Re che se ne infischia del suo popolo e lo lascia in balia del fato? Quale di queste percezioni corrisponde fattivamente alla verità?
Il mondo di oggi, spesso propenso ad un esasperante laicismo, è sfociato in un grande grado di indifferenza a Cristo ; oggi come ieri fa orrore chiamare Cristo come Re. Molte persone e  forse eprsino alcuni membri della Chiesa, sono infastiditi dal sentire pronunciare questa prerogativa del Salvatore. Ciò è dovuto dal fatto che l’ammettere la regalità di Cristo comporta una legge, e costoro non tollerando nemmeno la parola “legge” rifiutano anche l’amabilissima legge della Carità (S. Josemaria Escrivá), legge che chiama l’uomo a lasciare il proprio io per abbracciare totalmente Dio e i fratelli. Cristo chiama ciascuno di noi per nome a vivere la legge dell’Amore, legge che ha vissuto lui per primo adempiendo la volontà del Padre, affinché attraverso l’acqua ed il sangue scaturiti dal costato (cfr. Gv 19,34) inaugurasse in terra il regno dei cieli ed operasse la Redenzione (Lumen Gentium, 3).
Il Vangelo odierno insiste sulla regalità di Cristo giudice (Mt 25,31-46) e le immagini che ci vengono proposte ci fanno ben comprendere che il Regno di Dio non è di questo mondo. Se però ci apriamo alla legge dell’Amore, della Carità verso il prossimo, possiamo realizzare in mezzo a noi il Suo regno. Se invece ci chiudiamo nel nostro egoismo il mondo potrà andare soltanto in rovina (Benedetto XVI, Angelus, 23 novembre 2008)
Il Signore oggi come sempre ci chiede di voltare le spalle al peccato, al fariseismo, ad una vita vissuta nella completa solitudine dell’io egoistico e ci chiama ad aprirgli le porte della nostra anima. Preghiamo affinché nel cammino della nostra vita possiamo sempre far dimorare Cristo in noi, e chiediamogli anche la forza di divenire pietra di scandalo nella società del nostro tempo affinché come i martiri messicani possiamo gridare a gran voce: Viva Cristo Rey! Unico e vero Re dei nostri cuori.

fr. Manuel Russo, O.P.

Ed iniziò a mandarli a due a due per portare
e predicare al mondo la Parola di Dio
Scopri di più ...

Frati, Monache e Laici Domenicani...
parliamo con Dio e di Dio nel XXI secolo
Scopri di più ...

E se Dio ti avesse scelto? E se ti stesse chiamando ad essere un frate domenicano?
Scopri di più ...