DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Anno della vita consacrata, la grazia delle indulgenze

indulgenzaIl 30 novembre 2014 è iniziato l’anno della vita consacrata. E’ un anno di grazia per noi religiosi, e tutta la Chiesa si ferma a riflettere sul grande dono che Dio ha fatto al suo popolo attraverso una scelta di vita povera, casta e obbediente, sull’esempio di Gesù stesso.

Durante l’anno per la vita consacrata, (che terminerà il 2 febbraio 2016) è possibile lucrare indulgenze da parte sia di religiosi che di fedeli laici.

Ma cosa sono le indulgenze?

Il termine Indulgenza riprende il termine latino indulgere, indulto. L’origine semantica del termine può venire sempre dal latino “in = verso + dulcis = dolce”,  o secondo altre interpretazioni da una radice indoeuropea, dalgh, che significa “dover dare”. Concettualmente, si potrebbe tradurre come la “disponibilità a scusare qualcuno”. Il grande insegnamento teologico dietro il vocabolo indica il grande Amore di Dio che ci perdona ogni volta che chiediamo perdono e mostriamo il nostro pentimento.

Il Manuale delle Indulgenze spiega che ‹‹l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni acquista per intervento della Chiesa la quale […] autoritativamente applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e i santi. ›› (n°1). Una definizione così tecnica necessita qualche spiegazione.  Peccare significa desiderare un bene che allontana da Dio, scegliere il finito piuttosto che l’infinito, preferire la creatura al creatore. Oltre al peccato oggettivo, cioè la colpa in senso stretto, e cioè il rifiuto libero e volontario di rimanere in sintonia con l’amore di Dio (e necessariamente anche del prossimo), bisogna considerare le conseguenze di questo atto. Sono quelle che comunemente vengono chiamate le pene del peccato e che possono rimanere anche anche dopo la confessione sacramentale. Fra le pene del peccato, che possono essere di vario tipo, e sarebbe qui troppo lungo distinguerle, vi sono le pene temporali. Tali pene possono essere scontate sia già da ora in vita (basti pensare al senso della sofferenza, dell’offerta, del sacrificio), sia dopo la morte in quello stato che la dottrina cattolica chiama il purgatorio. Tali pene possono però essere anche rimesse per intervento della Chiesa (l’unica che ne l’ha l’autorità) che attinge in qualche modo dalla “scorta di grazia” di cui essa dispone proveniente in primis dal sacrificio di Cristo e dalla vita dei santi, e attraverso essa soddisfa alle pene altrui.
L’indulgenza, continua il manuale per le Indulgenze, può essere parziale o plenaria cioè libera solo in parte o totalmente (n°2) dalla pena temporale. Tali indulgenze possono essere lucrate sia per sé stessi sia per i defunti (n°3).
Affinché questa indulgenza si lucri con efficacia, è necessaria innanzitutto l’intenzione generale di acquistarla e  si adempia ciò che l’indulgenza stessa richiede nei tempi e nei modi stabiliti (n°17). L’indulgenza parziale è lucrabile più volte al giorno, mentre la totale massimo una volta (n°18).

Tali pene possono però essere anche rimesse per intervento della Chiesa (l’unica che ne l’ha l’autorità) che attinge in qualche modo dalla “scorta di grazia” di cui essa dispone proveniente in primis dal sacrificio di Cristo e dalla vita dei santi, e attraverso essa soddisfa alle pene altrui.


Nel caso infine dell’indulgenza plenaria per ottenerla è richiesto una ascesi, cioè uno sforzo in più da parte del fedele. Infatti le condizioni necessarie sono, oltre l’esclusione da qualsiasi desiderio o inclinazione verso il peccato veniale, tre condizioni: a) la confessione sacramentale b) la comunione eucaristica c) la preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.
Per l’anno della vita consacrata il papa ha voluto che la Chiesa approfittasse della grazia di Dio derivante dalle indulgenze. Sarà allora possibile lucrare l’indulgenza: a Roma, ogni volta che si parteciperà ad incontri internazionali e celebrazioni determinate nell’apposito calendario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e per un congruo lasso di tempo si applicherà in pie considerazioni, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di fede in qualsiasi forma legittimamente approvata e pie invocazioni alla Vergine Maria.
Ma sarà possibile lucrare l’indulgenza anche in tutte le chiese particolari, ogni volta che, nei giorni diocesani dedicati alla vita consacrata e nelle celebrazioni diocesane indette per l’Anno della vita consacrata, i fedeli piamente visiteranno la cattedrale o un altro luogo sacro designato col consenso dell’Ordinario del luogo, o una chiesa conventuale o l’oratorio di un Monastero di clausura e ivi reciteranno pubblicamente la Liturgia delle Ore o per un congruo lasso di tempo si applicheranno in pie considerazioni, concludendo anch’essi con il Padre Nostro, la Professione di fede in qualsiasi forma legittimamente approvata e pie invocazioni alla Beatissima Vergine Maria.

 

Qui il decreto che le illustra nel dettaglio:
http://www.vatican.va/roman_curia/tribunals/apost_penit/documents/rc_trib_appen_doc_20141123_anno-vita-consacrata_it.html


Fr. Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.

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