DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

I quattro amici di Giobbe

Se dovessi pensare all’amicizia una sequenza filmica che ho visto a diciotto anni e mi fece emozionare, può condensare in pochi secondi quello che ne penso. Mi riferisco al film Il Ritorno del Re, della trilogia del Signore degli Anelli tratto dal libro di J.R.R. Tolkien. Nel momento terribile della salita al monte Fato, l’Anello del Potere infligge mille sofferenze a Frodo.

 Il suo amico di sempre Samvise, senza batter ciglio lo accompagna. È fedele. Sa che non può portare il Fardello, il Peso dell’anello al posto del suo amico. Ma Frodo ad un certo punto, stremato, cade a terra. In lacrime Samvise, si fa coraggio, e sfidando il destino avverso afferma: “Non posso portare l’Anello per voi, ma posso portare voi!”. E così si carica l’amico sulle spalle e prosegue la scalata.

Credo sia una delle metafore più belle a proposito del tema dell’amicizia. Si può credere in un’amicizia vera che sostiene e sorregge nella sofferenza più dura, che accompagna nei momenti di buio e di dolore più duri. Accompagnare, senza sostituirsi, fino a risolvere la sofferenza. Fino a ritrovare la luce. Questo tema mi sembra sia rintracciabile nel libro di Giobbe. Dopo le terribili tragedie che colpiscono il pio Giobbe, si presentano a casa sua quattro amici: Elifaz, Bildad, Zofar ed in seguito Eliu.  Certamente sono amici un po’ “discoli”. I primi tre affermano che la causa delle disgrazie è Giobbe stesso, mentre Eliu, il più giovane, riesce a mettere un po’ d’ordine nei discorsi che si sono fatti.

frodo-sam-1Sam e Frodo sul Monte FatoSì certo, i primi tre non hanno avuto molto tatto. Anche Eliu tratta Giobbe senza mezzi termini. Eppure in un modo e nell’altro tutti e quattro hanno fatto bene: sono stati con lui, il loro amico sofferente, mostrando la loro presenza e piangendo in silenzio con lui. San Tommaso D’Aquino approfondisce teologicamente questa presenza amicale nella tragedia. Nella Summa Theologiae afferma che il pianto ma soprattutto la presenza degli amici allevia la tristezza: infatti la compassione degli amici mostra al povero triste e sofferente che è amato. Inoltre il suo giogo pesante, lo sente come ripartito con gli amici presenti.

I quattro amici di Giobbe sono allo stesso tempo forse un po’ bigotti o diretti, rompiscatole e veritieri, infantili e maturi. Ma sono con lui. Fino alla fine delle sofferenze. Giobbe pregherà davanti a Dio per i loro errori. Nel cuore non potrà dimenticare quei volti amici che lo hanno ascoltato in momenti così terribili. Anche noi possiamo essere “Amici di Giobbe” per tutti coloro che stanno passando momenti bui, momenti no. Proprio come Elifaz, Bildad, Zofar siamo chiamati da Dio con tutte le nostre imperfezioni. E come Eliu, siamo chiamati a ricordare la verità dell’Amore di Dio. Nulla è impossibile a Dio. Proprio quando incarneremo Eliu mostreremo lo splendido volto dello Spirito Santo, che è Spirito Consolatore, ospite dolce dell’Anima. Dio ci chiama e ci chiamerà sempre a mostrare nel nostro viso, il viso Consolatore del suo Amore.

Gesù dolce, Gesù amore
Fr. Gabriele Giordano Scardocci, O.P.

Ed iniziò a mandarli a due a due per portare
e predicare al mondo la Parola di Dio
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E se Dio ti avesse scelto? E se ti stesse chiamando ad essere un frate domenicano?
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