DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Umile ministro della predicazione

Cari amici, confratelli e consorelle, come sapete la vita di Domenico di Guzman è stata condensata in alcune espressioni che spesso ricorrono nelle sue biografie. Una di queste dice che Domenico “parlava con Dio o di Dio”, cioè o pregava o predicava. Un’altra testimonianza esprime lo stesso concetto in questi termini: “il giorno lo dedicava al prossimo e la notte a Dio”. Ciò vuol dire che il suo tempo lo impegnava prevalentemente nel dialogo con Dio e nel dialogo con il prossimo.

 

E possiamo dire che il suo grande genio sta nell’aver colto l’importanza della parola (“la grazia della parola”). Il suo modo di vivere la fede in Dio si esprimeva nel meditare e pregare la Parola di Dio e nel condividerla con tutti i cercatori di verità con le parole umane, per annunciare il Regno di Dio. Egli “prese l’ufficio del Verbo” e divenne “umile ministro della predicazione”. La comunità di donne da lui radunata a Prouilhe dal 1206 insieme con alcuni laici e con alcuni compagni che l'hanno seguito sono stati la 'santa predicazione' e l'Ordine religioso da lui fondato, definito da Onorio III nella bolla del gennaio 1217 dei “Predicatori”, si è assunto il compito di seguire le sue orme, predicando e testimoniando la vita evangelica.

Domenico ha voluto che la vita dei suoi seguaci gravitasse intorno alla preghiera e allo studio in vista della predicazione. Uno stile di vita che è stato magistralmente sintetizzato da Tommaso d’Aquino nel motto “contemplari et contemplata aliis tradere”: la preghiera e lo studio, in una parola la contemplazione della Verità, che è incontro con il Signore Gesù, come fonte e alimento di una efficace predicazione.

Aldo-Tarquini    fr. Aldo Tarquini, O.P.
Nelle alterne vicende della storia questo stile di vita è rimasto l'orizzonte di una chiamata a cui rispondere in modi sempre nuovi. Da queste radici ha preso vita la testimonianza di chi, tra i frati e tutti i membri della Famiglia domenicana, ha saputo tradurre con creatività il dono di vivere la lode, di portare benedizione per la salvezza delle persone, e di predicare nell'ascolto della Parola di Dio e nel dialogo con tutte le parole e le esperienze umane.

Otto secoli sono un tempo lungo che ci dà la consapevolezza di come in certi momenti sia venuta meno la freschezza dello spirito originario e in altri l'Ordine sia stato luogo di fioritura di testimonianza evangelica. Oggi è data a noi la responsabilità di vivere questo nostro tempo come tempo di grazia - è questo il senso profondo del giubileo - per accogliere ancora la Parola e la chiamata di “inviati a predicare il vangelo” nel contesto sociale e umano di oggi. Siamo sollecitati in modo particolare a riscoprire il senso della comunità che si costruisce nella capacità di condividere doni e fragilità di ognuno, a sentire i pesi di una umanità in cerca di salvezza, e siamo anche provocati a vivere l'attitudine della compassione di Domenico, nell'apertura agli altri con sguardo di misericordia, seguendo Gesù, che da ricco si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (2Cor 8,9).

Fr. Aldo Tarquini, O.P.
Priore provinciale

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