DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

San Tommaso d'Aquino

omelia tommasoLa straordinarietà con cui San Tommaso d’Aquino ha vissuto il suo amore per Dio ha pochi eguali nella storia della Chiesa. Fra Tommaso, è bello anche chiamarlo così con una punta di orgoglio per essere confratello di un’anima così bella, è nato intorno al 1225.

Ai suoi primi compagni di studio appariva come un tipo burbero e silenzioso e, data la sua stazza e il suo carattere essi lo chiamavano il bue muto. Sant’Alberto Magno, (anche lui, fra Alberto, per la gloria dei domenicani), leggendo alcuni appunti del suo discepolo Tommaso sembra aver esclamato: “Noi lo chiamiamo bue muto, ma egli con la sua dottrina emetterà un muggito che risuonerà in tutto il mondo”. E così è stato. Le parole di sant’Alberto Magno sono state una vera profezia, se ancora oggi, in tutto il mondo si studiano, meditano approfondiscono – ci si nutre – delle parole con cui san Tommaso parla di DIO! (Qui mi fermo solamente a questo, senza fare riferimento allo spessore della ricerca filosofica e antropologica di san Tommaso). Non è certo un caso che piuttosto che bue muto i nomi passati alla storia con i quali si chiama san Tommaso siano doctor communis per indicare lo spessore e l’ampiezza della sua opera e doctor angelicus per caratterizzarne forse le sue virtù, la profondità e sublimità del suo pensiero, la purezza della sua vita.

L’imbarazzo nello scegliere qualcosa per parlare di san Tommaso è ampio. E’ bello come lui parlava di Dio Trinità ;

  • è di una tenerezza filiale come lui parlava di Dio Padre;
  • è di un incoraggiamento sincero come tratta di Cristo, il Verbo incarnato; unendo nella sua persona la natura divina e quella umana Gesù glorifica ed eleva la dignità di ognuno di noi, perché Cristo è nostro Dio e fratello; è a causa di questo che san Tommaso, oltre ad amare Dio credeva molto nell’uomo e nelle sue potenzialità!;
  • ed è di una grande consolazione come il dottore angelico ci aiuta a vivere la presenza dello Spirito Santo che interiormente ci orienta verso la dimora di DIO! San Tommaso era principalmente questo, un innamorato di Dio, che si è sforzato, in tutta la sua vita di tracciare un ritratto fedele di questo suo Amore chiedendo in ginocchio il dono di poterlo fare con sapienza.

Pregai e mi fu elargita la Prudenza; Implorai e venne in me lo spirito della sapienza”, abbiamo sentito nella prima lettura tratta dal libro della Sapienza (Sap 7, 7-10, 15-16).
La preghiera e l’implorazione, così come la vita domenicana lo prevede, sono il cuore di tutto. San Tommaso lo aveva capito bene ed è un po’ di questo aspetto che vorrei parlare seguendo le sue riflessioni.
Una parola che non è strappata dal cuore di Dio, è una parola poco utile, forse persino una parola superflua e rischia di essere una parola sbagliata.
La profondità della ricerca di san Tommaso non è altro che il frutto della sua vita interiore che unita ad un dono particolare di saggezza a lui offertagli fa di lui un vero Capax Dei, capace di Dio, capace di conoscerlo, di entrare nei suoi misteri… e quindi di parlarcene.
Certo, i personaggi come san Tommaso sono perle rare che Dio dona all’umanità, ma risplendono come insegnamenti che non solo non scoraggiano, ma ci invitano a prendere sul serio la capacità che l’uomo ha, assistito dallo Spirito, di diventare amico di Dio attraverso la sua conoscenza.
San Tommaso credeva molto, e con la sua vita e nei suoi scritti ce lo dimostra, nella capacità dell’uomo di ritornare a DIO attraverso l’uso di una ragione retta assistita dalla Grazia e che si manifesta in una vita caratterizzata dal bene.
San Tommaso ci direbbe oggi: prega e implora per avere il dono della saggezza! La tua anima ha sete della conoscenza di Dio, e la tua conoscenza sarà luce che ti guida e che illumina i fratelli a cui sei inviato.

Ma come pregare? Cosa chiedere? Come chiederlo? A chi chiederlo?
Partiamo dal Vangelo della festa di oggi (Gv 16, 23b-28): “Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve lo darà” dice Gesù ai suoi discepoli”.
Quando san Tommaso commenta questo passaggio ci offre proprio qualche indicazione sulla preghiera, sicuramente eco della sua esperienza di unione con Dio attraverso il Cristo!

  • Se chiederete qualche cosa: Prima di tutto ci invita a chiedere qualche cosa di grande! I primi beni da chiedere, ci dice san Tommaso, sono i beni spirituali! Voglio fare un esempio. Nei santuari mete di pellegrinaggio, per esempio a Lourdes, i più grandi miracoli che si vedono quotidianamente sotto gli occhi dei pellegrini, sono miracoli di fede, di gente ammalata fisicamente che ritorna a casa ammalata, ma col cuore guarito, abitato dalla pace dell’accoglienza della sofferenza! E’ il qualche cosa del versetto: i beni spirituali! La saggezza, che è amata più della salute e della bellezza, preferita più della luce perché la saggezza ha uno splendore che non tramonta. Chiediamo cose alte, chiediamo doni spirituali, chiediamo il dono della saggezza.
  • Bisogna chiedere con perseveranza, precisa san Tommaso, pregando senza permettere che lo scoraggiamento ci blocchi o impigrisca spiritualmente! Senza perseveranza diventiamo cristiani a tempo perso, part time.
  • Bisogna pregare nella concordia, continua san Tommaso, vincendo la tentazione di ogni egoismo, egocentrismo, competizione o quant’altro di simile! La concordia è un aspetto che qualche volta trascuriamo…ed è grave! San Tommaso nota che Gesù parla ai discepoli dicendo: se voi chiedete… e non se tu chiedi! La preghiera che non è nella concordia è una preghiera che non arriva lontano! La divisione è lontana da DIO! Preghiamo infatti come figli il Padre. Un amore filiale deve implicare un amore fraterno. Preghiamo il Padre nostro, e non il Padre mio!

E infine la preghiera deve essere umile. L’umiltà di chi prega in nome di Cristo, e che quindi riconosce a Dio l’iniziativa di ogni grazia, anche della capacità di chiedere come figlio! La nostra preghiera deve essere sempreper Cristo, con Cristo ed in Cristo assistiti dallo Spirito per ritornare al Padre.

  • Fatto questo rimane solo da imparare ad aspettare i tempi di Dio che ascolterà e ci donerà ciò di cui abbiamo più bisogno quando ne abbiamo più bisogno.

San Tommaso era tutto questo: un frate che nella preghiera è diventato ricco di beni spirituali! Che ha perseverato costruendo concordia, e con umiltà, si è messo a servizio dell’umanità in nome di Cristo!
Tutto questo lo ha vissuto! Tutto questo lo ha scritto e ce lo ha donato… eppure non possiamo accogliere i suoi scritti e tutta il suo esempio di vita senza considerare il silenzio dei suoi ultimi mesi di esistenza nel 1273. La sua mano non ha più scritto, la sua bocca non ha più dettato e il silenzio contemplativo sono state le sue ultime parole.
Ha voluto dirci che nessuna parola può mai descrivere tutto il Mistero dell’amore di Dio.
Ha voluto dirci che questo Mistero è grande e ne balbettiamo qualcosa.
Tutto il bene che facciamo sulla terra è per metterci in cammino verso l’eternità. E’ solo nell’eternità, nella casa di Dio, che lo vedremo così come Egli è. Tutto il resto, direbbe san Tommaso, non è altro che paglia.

fr. Gian Matteo Serra

Ed iniziò a mandarli a due a due per portare
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