DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

San Tommaso e la "sindrome del sagrestano disincantato"

 Omelia di fr. Serge-Thomas Bonino, O.P., per la festa di san Tommaso d'Aquino tenutasi nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva (Roma)

Napoli, 6 dicembre 1273. Festa di San Nicola. Siamo nella sagrestia del convento di San Domenico. Dopo la Messa. Parla fra Tommaso d’Aquino:

« - Non insistere, caro Reginaldo. Te l’ho appena detto : non ne posso più, mi fermo qua.

- Certo, Maestro, da tanti anni lavoriamo molto, forse troppo, e difatti in questi giorni, mi sembra un po' stanco. Allora rimandiamo a domani la redazione delle questioni della Somma di teologia sulla penitenza. Nel frattempo le preparo un rimedio che conosco io… una pozione segreta di zia Giuseppina. Sveglierebbe i morti...

- Temo, Reginaldo, che tu non abbia capito bene : è finita, smetto tutto. Stanco lo sono davvero, ma credimi c’è qualcos’altro. C’è in me come il sussurro d’un acqua viva che, con crescente insistenza, dice : ‘Tommaso, è ora. Vieni al Padre’. 

E, se mi giuri di custodire il segreto, ti dirò, amico fedele, che stamattina, celebrando i Santi Misteri, qualcosa mi ha toccato, ferito, turbato fino al più profondo dell'anima. Si, ho assaporato quanto è buono il Signore. Oramai “non ho più desideri sulla terra”. È giunta la mia ora. Entro nella mia Pasqua. In confronto a tutto ciò, mi sembra paglia tutto quello che ho scritto finora...

- Paglia, Maestro! Ma pensa un po’... l'opera del secolo! Il “best-seller” mondiale dell’edizione religiosa! La gloria intellettuale dell'ordine dei Predicatori! Non può rinunciare. Pensi poi agli studenti, sopratutto quelli del ventunesimo secolo, che per esimersi dallo studiare la Somma, faranno valere quest’infelice dichiarazione dell'autore stesso – paglia !

- Reginaldo, tu lo sai. Vi è un tempo per ogni cosa sotto il sole, un tempo per imparare la sapienza senza frode, un tempo per donare senza invidia, per insegnarla (Sap 13, 7) ; poi viene un tempo per tacere e immergersi, solo, nel silenzio infinito di Dio. Non trattenermi, Reginaldo, adesso vado al Padre.

Cari amici, tutti i biografi di san Tommaso riportano quello « strano cambiamento », accaduto nella festa di San Nicola, cioè il fatto che da questo momento Tommaso smette di scrivere la Somma, capolavoro che quindi rimarrà incompiuto. Ma come interpretarlo? Sarà una parabola per significare l'incompiutezza di ogni teologia di fronte al Mistero ? O peggio : il fallimento della teologia ? Assolutamente no. Anzi, quel fatto ci rivela l’autentica natura e la vera finalità della teologia cristiana. Essa viene da Dio, porta a Dio e trova soltanto in Dio il suo compimento.

I biografi di san Tommaso insistono sul suo viavai costante tra la chiesa, la cella e l'aula, vale a dire tra la preghiera, lo studio e l'insegnamento. Andata e ritorno. Ecco il segreto della sapienza cristiana. La teologia nasce delle esigenze stesse della vita teologale. Chi crede, chi ama, cerca di capire, di conoscere sempre meglio Colui in cui crede e che ama. Ma c’è di più. Il teologo ha bisogno di rimanere sempre sotto l'influsso vivificante della vita teologale. Altrimenti, la teologia diviene insipida, anzi un gioco di parole, un’ideologia tra tante altre.

In effetti, volente o nolente, il teologo è sempre minacciato dalla sindrome del sagrestano disincantato. Intendo che, con forza di abitudini e di familiarità, il teologo può essere tentato di manipolare il Mistero del Dio tre volte santo così come un sagrestano vive nella casa di Dio come se fosse un luogo come gli altri, dimenticando la presenza del Santissimo. Pertanto, è assolutamente necessario, come faceva san Tommaso, nutrire il lavoro teologico con una vita teologale incandescente che mantenga vivo il senso del mistero di cui si tratta.

serge thomas bonino    fr. Serge-Thomas Bonino, O.P.Certo (penso ancora ai pii studenti del ventunesimo secolo) la preghiera non sostituisce lo studio. La sapienza teologica non cade direttamente dal cielo. Essa viene acquistata, col sudore della fronte, ma sempre in un clima di profondissima adesione di tutta la persona alla verità della fede e un ambiente di carità vissuta. In san Tommaso d’Aquino, vita teologale e ricerca teologica sono cresciute assieme, confortandosi l’una l’altra. Però, la teologia, che nasce della vita teologale, non è fine a se stessa. Essa viene finalizzata dalla fioritura della vita teologale, vale a dire dalla piena comunione con la Santissima Trinità.

Pertanto, per Tommaso d’Aquino come per ciascuno di noi, viene l’ora, e ci siamo, in quel 6 dicembre 1273, in cui la chiamata mistica all’unione a Dio si fa più viva, più pressante, più esclusiva. Cresce un'inestinguibile desiderio d’amore assoluto e di verità, che si esprimeva già nel lavoro teologico, ma che non si può placare se non nella visione di Dio. “Cosa desideri, Tommaso, chiede Gesù, che ricompensa vuoi ?, - Nessun'altra che Voi, Signore !”. Appunto, aspettare da Dio niente di meno che Dio stesso, ecco l’oggetto della speranza cristiana secondo san Tommaso.

Ecco perché in quel momento, per fra Tommaso, la teologia non basta più. Certo, la teologia raggiunge realmente qualcosa del Mistero di Dio. Non sono parole vuote, campate in aria. Ma la teologia parla di Dio secondo un modo umano. Ne parla sempre per via delle complesse edificazioni della razionalità umana. Le quali sono senz’altro necessarie, ma contemporaneamente svelano e velano il Mistero. Chi potrà mai liberarci di un tal complesso pesante di mediazioni ? Immagini, parole, concetti... allorché vogliamo la realtà, la Res, non i segni della Realtà. Oltre la paglia, che certo lo contiene ma anche lo nasconde, vogliamo il Grano. Vogliamo il pane sostanziale, il pane degli angeli, vogliamo vedere Dio. Sì, la fede brama la visione, in quanto l'intelligenza non è fatta per il chiaroscuro, ma per il pieno giorno. “Quando verrò e vedrò il volto di Dio ?”, sospira il salmista e Tommaso gli fa eco nel Adoro te : « Oh Gesù, che velato ora ammiro, Prego che avvenga ciò che tanto bramo, Che, contemplandoTi col volto rivelato, a tal visione io sia beato della tua gloria. » L’hai chiesto, oh Tommaso, e l’hai ottenuto dalla misericordia di Dio. Ora chiedilo per noi.

“Sia lodato Gesù Cristo !”

fr. Serge-Thomas Bonino, O.P.
Decano della facoltà di filosofia della Pontificia Università San Tommaso d'Aquino (Angelicum)

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