DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

L’inquietudine del mondo

“Perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri”. Mc 6, 20

L’inquietudine del mondo è richiamata dall’atteggiamento di Erode nei confronti di Giovanni il Battista,che ne aveva profeticamente denunciato il rapporto con la cognata come non lecito; infatti, colui che su istigazione di Erodiade lo farà decapitare, dopo averlo fatto arrestare, vigilava su Giovanni e lo ascoltava volentieri, ma restando perplesso. Si sente rimproverato dal Battista, ma allo stesso tempo percepisce che gli viene data una possibilità. 

Sembra volersi avvicinare al regno di Dio che Giovanni predica, per il quale sente il fascino, però lo vorrebbe fare senza dover rinunciare alla propria vita, per quanto mediocre e illusoria sia. Allora, il suo ascoltare non è altro che quel solletico della curiosità mondana, affascinata dalla novità, ma che non gli permette di fare il passo di qualità; motivo per cui l’uomo resta chiuso dall’interno a qualsiasi cambiamento.

Anche nell’atteggiamento di Pilato, nel dialogo con Gesù, troviamo lo stesso turbamento di fronte alla verità su se stesso che gli viene detta dalla stessa Verità incarnata. Egli, pur non addivenendo ad una completa adesione per le troppe paure e vigliaccherie umane, lascia trapelare la ricerca dello spirito umano desideroso di trovare le risposte soddisfacenti e concrete, che non richiedono però uno sforzo diverso da quello che già fa.

Ecco perché il loro turbamento avviene nel momento in cui devono scegliere tra la Verità del regno di Dio e se stessi con le loro sicurezze. Quanto è attuale oggi il comportamento di Erode, in particolare, che amava ascoltare le belle prediche del Battista, ma senza capirne l’importanza: gli poneva ogni sorta di domande, ma senza lasciarsi interrogare da una “verità scomoda”. Azzarderei a dire che le loro conversazioni diventavano forse per Erode oggetto di pettegolezzo della corte. Anche oggi come allora era ed è un modo per accrescere la propria cultura o, nel caso specifico, per acquietare la propria coscienza; oppure era una vera ricerca di Dio, ma interrotta dalle circostanze della corte? Come conciliare allora la vita sociale, politica, familiare con una ricerca sincera di Dio?

Gesù è molto chiaro: “non potete servire a due padroni”, e il Battista, da parte sua, con un tono più severo, rimprovera Erode dicendo, “non ti è lecito…”; dunque l’invito è di fare una scelta tra due opzioni. Ma si fa fatica ad organizzare una scala di valori nella propria vita fatta di grandi responsabilità sociali o semplicemente di quotidianità, di atti semplici e ripetitivi. Questo è vero anche per il Battista, che all’inizio della sua predicazione si mostra rigido e intransigente sia con se stesso che con gli altri. Con se stesso, in riferimento allo stile di vita improntata alla rinuncia per seguire la legge; con gli altri, attraverso una predicazione apocalittica.

anisoara tatarAnisoara Tatar
laica domenicana
È nell’incontro con Cristo che anche per Giovanni le prescrizioni mosaiche, prese alla lettera, assumono un nuovo valore e significato con la grazia dello Spirito Santo, come per esempio lo stesso battesimo di penitenza da lui amministrato fino ad allora. Quel suo invito a raddrizzare i sentieri, significa un costante cambiare mentalità, per non conformarsi alla mentalità del mondo, ma discernere continuamente la volontà di Dio. L’invito di Giovanni è propedeutico all’incontro con la Verità, che è Cristo stesso. Un cammino caratterizzato dalla triplice dimensione: ricerca della Verità, accoglienza e adesione alla Verità e, infine, testimonianza coerente della stessa Verità con la vita e la parola. Alla prima dimensione è associata quella certa inquietudine che ho chiamato “del mondo”, che, presa in se stessa, rischia di essere una trappola che non ci fa andare avanti. Il salto di qualità avviene nella seconda dimensione, che possiamo definire una “santa inquietudine“, per chi ha saputo trasformare con la meraviglia della fede la mera inquietudine in un momento favorevole, “kairos”, tempo in cui Dio, che prende l’iniziativa in vari modi, trasforma il nostro tempo quantitativo “chronos” nel suo tempo favorevole. Ed è qui che scatta la terza dimensione, quando impariamo a discernere la volontà di Dio, il tempo favorevole. È attraverso questo meraviglioso cammino che avviene il miracolo della testimonianza, con la vita e la parola, dell’Amore del Dio trino ed unico, tanto da poter dire con san Paolo: “Guai a me se non predicassi il Vangelo”, perché “l’Amore di Cristo urge” di raggiungere tutti, affinché tutti siano salvati.

Oggi, qual è la predicazione profetica che suscita una “santa inquietudine” nei confronti di chi ha lo spirito del mondo? Ma ancora prima dobbiamo chiederci: che cosa fa inquietare il cuore dell’uomo? Il distacco, la rinuncia, che si traduce con il cambiare modo di pensare, di parlare, di vivere, di amare. In fondo, corrisponde con il cuore della predicazione del Battista: “convertitevi, il regno di Dio è vicino, è in mezzo a voi”. Forse è il senso di responsabilità della scelta che non ci fa scegliere; perciò si preferisce rimanere neutri e distratti. Quindi, pur essendo chiamati a fare la nostra scelta prudente, frutto di una “santa inquietudine”,rimandiamo a un domani incerto la possibilità di scommettere sulla Parola incarnata, di rinnovarci per essere lievito di unità contro una tendenza altamente diffusa all’autoreferenzialità.

Bisogna dunque cambiare prospettiva per dare una risposta all’inquietudine del mondo. Forse il messaggio di san Paolo, potrebbe essere ancora attuale, quando insegna ai primi cristiani a usare delle cose del mondo senza dipendere da esse; “tutto è lecito”, ma non tutto e utile e non tutto edifica, che potremmo rendere ancora più attuale con le parole di papa Benedetto XVI: “Dio dona tutto, non toglie niente”. Ma alla luce di una mentalità odierna del consumismo e dell’utilitarismo, il problema consiste nel non sapere distinguere ed orientare i beni, per quanto utili, verso il Bene che è necessario, cioè Dio.

Anisoara Tatar,
laica domenicana

Ed iniziò a mandarli a due a due per portare
e predicare al mondo la Parola di Dio
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