DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Chiamati ad essere sale e luce

Gesù chiede ai suoi discepoli le stesse cose che ha vissuto lui stesso nella sua esistenza volendo che la sua missione di salvezza si attui in ogni tempo. Ci dice che come lui siamo chiamati ad essere luce del mondo: “ Io sono la luce del mondo chi segue avrà la luce della vita”  e ci ricorda la vocazione di essere anche il sale della terra.

Due immagini per farci comprendere come quello che lui ha compiuto con la sua predicazione e con la sua presenza non può fermarsi ma deve continuare attraverso i suoi discepoli chiamati e fatti partecipi di tutta l'esperienza della sua vita, dall’inizio del suo ministero alla sua passione, morte e risurrezione. “Voi siete il sale della terra…”. Queste parole ci dicono che come il sale è sapore che richiama il sapere e la sapienza.

Tutto questo è il contenuto nelle parole che Gesù dice a noi:  di essere il sale dell'umanità e che perciò non possiamo perdere sapore, sapere, sapienza per non diventare inutili e gettati via. Noi siamo ammaestrati da lui e abbiamo ricevuto la sua luce. Conoscendolo abbiamo scoperto il valore vero della vita,  il senso e lo scopo della nostra esistenza. Non possiamo rischiare di diventare inutili perché abbiamo il beneficio del suo insegnamento e nella sua parola abbiamo ricevuto il tuo spirito e la sua persona. Dall’averlo conosciuto ed essere stati da lui scelti deriva la conseguente missione e incarico espresso nella seguente immagine della luce. “Voi siete la luce del mondo…”.

andrea perrottifr. Andrea Perrotti, O.P.Qui Gesù ci dice di essere, esattamente seguendo il suo esempio, anche noi partecipi della sua missione di illuminare gli uomini con la sua Luce che ha fatto risplendere in noi. Leggiamo nel vangelo: “Voi siete la luce del mondo…”. Luce per l'umanità, per il mondo che ancora non conosce Gesù e ha bisogno di essere illuminato per trovare la strada della vita. Perciò il discepolo non può nascondersi, come una città sopra collocata su un monte. Perché l’umanità che ancora giace nelle tenebre perché la parola di Gesù non è ancora giunta a loro. La chiamata di Gesù e la fede in Lui trasformano i discepoli in fari che indicano la strada che conduce alla salvezza. Così come la città sopra un monte offre rifugio e ristoro. Come possiamo essere luce ce lo ricorda Isaia. È necessario togliere l’oppressione, il puntare il dito, il parlare empio, aprire il cuore all’affamato e saziare l’afflitto di cuore.

Allora la luce del discepolo brillerà e vincerà le tenebre. (cfr Is 58,9-10) E anche Gesù conferma, con una finalità più grande: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre che è nei cieli”. (Mt 5,16).

fr. Andrea Perrotti, O.P.

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