DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

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San Domenico

Convento San Domenico 

Piazza S. Domenico 4
50014 - San Domenico di Fiesole (FI)
Tel: 055 59 230
Fax: 055 5009094

Attività particolari:

Infermeria di Provincia

I frati che necessitano di cure mediche particolari non sono lasciati soli, ma continuano a vivere la propria vita domenicana in compagnia dei loro confratelli in questo convento adibito anche, a tal proposito, ad infermeria.
E-mail: vincap@tin.it

Parrocchia di S. Domenico

Tel: 055 59 88 37


I frati della comunità:
fr. Giovanni Monti - Superiore;
fr. Aldo Tarquini - Parroco;
fr. Vincenzo Caprara;
fr. Luciano Cinelli;
fr. Emilio Panella;
fr. Mario Becchelli;
fr. Alberto Simoni;
fr. Alessandro Cortesi;
fr. Davide Colella;
fr. Michele Agostino Corvelli;
fr. Lorenzo Fatichi;
fr. Alfonso Fressola;
(fr. Rosario Saldanha)

Comunicato della Provincia

Avendo ricevuto segnalazioni su movimenti tendenti a creare confusione intorno al futuro del Santuario di S. Maria del Sasso a Bibbiena (Arezzo), dopo la comunicazione dell' intenzione della Provincia di trasferire i due confratelli anziani presso il Convento di S. Domenico di Fiesole, sede dell' Infermeria di Provincia per assicurare una adeguata assistenza e per continuare la presenza domenicana con un avvicendamento naturale nella vita religiosa, la Provincia  Romana di Santa Caterina da Siena dei Frati Predicatori a cui il Santuario appartiene, per implementare la presenza intende accogliere nuovi confratelli per esercitare l' apostolato mariano e la gestione di questo suo importante luogo di culto.

“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli”

Ascendendo al cielo (domenica scorsa) Gesù invia i suoi discepoli e invia ciascuno di noi: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli …” Mt 28,19.

Ma come possiamo? Ancora dubitiamo, stiamo aspettando che risolvi i nostri problemi, preferiamo guardare il cielo perché questo mondo non ci capisce, lo temiamo, ci contrasta. Come i discepoli abbiamo paura e ci sentiamo più sicuri restando nelle nostre zone di conforto, quelle che conosciamo meglio, in cui ci muoviamo con disinvoltura, che ci danno sicurezza, che ci fanno stare tranquilli, e, di cui, per protezione, teniamo le porte chiuse.

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FIORE DI MAGGIO

“Tu che sei nata dove c’è sempre il sole
Sopra uno scoglio che ci si può tuffare
E quel sole ce l’hai dentro al cuore
Sole di primavera
Su quello scoglio in maggio è nato un fiore”…

Chi non ricorda questa splendida canzone di Fabio Concato? Il titolo ed il testo di questa vera e propria poesia in note mi riporta, sempre, alla nostra cara Tilde Manzotti.

Perché è nata in maggio. Perché nel cuore aveva il sole dell’Amore. Perché si è tuffata nell’Oceano dell’Amore da uno scoglio per molti quasi inaccessibile, quello del dolore e della sofferenza. Tuffandosi si è inabissata in un mare tempestoso e, come Giona, ad un certo punto è stata inghiottita da un grosso pesce. A prima vista può sembrare un azzardo equiparare l’esperienza mistica di Tilde a quella di Giona, ma in realtà le loro storie paiono coincidere.

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Ascende il Signore tra canti di gioia

Coloro che si recano in Pellegrinaggio a Gerusalemme come arrivano sul Monte degli Ulivi, trovano una piccola chiesetta, quasi una cappella, delimitata da un alto muro.

Pazientemente si attende che il proprietario, un arabo palestinese, apra la pesante porta in ferro e permetta l’accesso in questo recinto.

La tradizione narra che in questo luogo si compì l’ultimo atto della vita terrena del Cristo.

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Sant'Antonino, la grandezza dell’umiltà di un nostro grande confratello e pastore

Festeggiamo oggi s. Antonino, nostro confratello nell’Ordine dei Predicatori, vissuto tra il 1389 e il 1459, divenuto vescovo di Firenze nel 1446. Per cosa si distinse Antonino? Possiamo farci aiutare in questa scoperta da due immagini, presenti nella nostra sala espositiva al monastero di Pratovecchio.

Nel primo dipinto, realizzato nella metà del XVI secolo, di scuola toscana, vediamo un ritratto del santo vescovo. Ciò che contraddistingue la sua figura è un atteggiamento molto umile nel volto e, oserei dire, contemplativo. Questi sono già due indizi che ci forniscono la sua fisionomia: fu pastore umile, dapprima nell’Ordine, dove si distinse per povertà e radicalità nel seguire la chiamata che il Signore gli donò, conquistandolo attraverso la parola di riforma del beato Dominici. Contemplativo perché, come dovrebbe essere per tutti i predicatori e predicatrici della Parola di vita, fece scaturire ogni sua parola dall’abbondanza della preghiera che è, in sintesi, il rapporto intimo con il Signore.

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Ed iniziò a mandarli a due a due per portare
e predicare al mondo la Parola di Dio
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Frati, Monache e Laici Domenicani...
parliamo con Dio e di Dio nel XXI secolo
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E se Dio ti avesse scelto? E se ti stesse chiamando ad essere un frate domenicano?
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