DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Dominicanes: i cani del Signore!

domini

L'url del nostro sito nasce da un gioco di parole. Tutto parte da una visione della Beata Giovanna d’Aza, madre di San Domenico, che aveva visto sé stessa dare alla luce un piccolo cane che incendiava tutta la terra. "Nella visione del cane veniva prefigurata la nascita di un esimio predicatore, che avrebbe portato la fiaccola di un ardente discorso, col quale infiammare con forza la carità, in molti cuori raffreddata,  e con i latrati di una assidua predicazione avrebbe scacciato i lupi dal gregge ed eccitato alla vigilanza delle virtù le anime che dormivano nei peccati" spiegava il Beato  Umberto de Romans, quarto successore di San Domenico. Da qui ecco che la mascotte dei domenicani è un cagnolino bianco e nero (che richiama i colori del nostro abito) che corre con una torcia in bocca e infiamma il mondo. Ecco allora il gioco di parole in lingua latina: Dominicani, che prendono il nome da Dominicus, che a sua volta ha le sue origini nel termine Dominus, Signore, diventano  Domini canes, i Domenicani : i cani del Signore, cani docili e fedeli al loro padrone.

I Dominicanes, per continuare a tenere il nostro nomignolo, sono in realtà i frati dell’Ordine dei Predicatori. Il loro programma è “la carità della verità”, e la loro vita si basa sul giusto equilibrio tra contemplazione e azione, riproponendo nella comunione fraterna, nella preghiera, nello studio e nella predicazione, il modello di vita degli Apostoli, sull’esempio di San Domenico.
La carità della verità, sembra intendere Domenico, è un modo tutto particolare di amare Dio, gli uomini e il mondo, ma essa ha bisogno per essere testimoniata di uomini preparati e capaci. A questo i frati domenicani sono chiamati e su questo essi devono costruire la loro vita. Santa Caterina da Siena ricevette da Dio una perfetta sintesi del progetto di Domenico quando nel Dialogo le è ricordato che: «Il padre tuo Domenico [...] volle che i suoi frati attendessero solo all’onor mio e la salvezza delle anime, col lume della sapienza. Su questo lume volle porre il suo principio, non togliendo però la povertà vera e volontaria. [...]. Ma quale obbiettivo più specifico egli scelse il lume della scienza, per estirpare gli errori che in quei tempi si erano diffusi. Egli assunse dunque l’ufficio del Verbo unigenito mio figliolo. Addirittura un apostolo egli sembrava nel mondo, tanta era la verità e il lume con cui seminava la mia parola, levando le tenebre e donando luce».

Due sono le azioni che scaturiscono da questo amore della verità: la contemplazione e l’azione apostolica, che di questa contemplazione è frutto e sorgente. La contemplazione dell’amore di Dio porta il domenicano all’azione apostolica e quindi non solo a ricercare la perfezione personale, ma all’offrire e predicare in primis con la testimonianza della sua vita la Parola contemplata e studiata. La Predicazione viene dall’abbondanza della contemplazione, e la contemplazione non è più solo fine a se stessa, ma finalizzata alla carità verso Dio e verso il prossimo. Come illuminare è più che risplendere, così donare ciò che si è contemplato è più che solo contemplare, diceva san Tommaso d’Aquino.

Tutto questo i frati domenicani cercano di viverlo comunitariamente. Ma attenzione! Una comunità domenicana, non è solamente un associarsi fraterno di persone che si sono riunite per raggiungere un fine comune. È molto di più. È comunione nella carità, proprio come lo era quella degli apostoli, perché formare una comunità, nella vita religiosa, significa non solo essere insieme, ma vivere insieme. E tutto ciò non può che portare a condividere con gli altri quel grande dono che insieme riceviamo ogni giorno nella preghiera, nello studio, nell'osservanza dei voti e nella vita in comune: Gesù Cristo, Figlio di Dio fattosi uomo.

 

Come discernere una vocazione domenicana?

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Stai valutando la possibilità di diventare un frate predicatore? Pensi di voler dedicare la tua vita alla predicazione e alla salvezza delle persone nell'Ordine Domenicano? Se vuoi conoscere più da vicino il carisma di S. Domenico e la Provincia Romana di S. Caterina da Siena puoi contattare il promotore della pastorale vocazionale, fr. Domenico Sprecacenere, agli indirizzi che trovi in fondo alla pagina!

Partecipi della missione degli Apostoli, ne seguiamo anche la vita nella forma concepita da S. Domenico, vivendo la vita comune con un cuore e un'anima sola, fedeli nell'osservanza dei consigli evangelici, fervorosi nella celebrazione comune della liturgia, specialmente dell'Eucaristia e dell'ufficio divino, e nella orazione privata, assidui nello studio, perseveranti nell'osservanza regolare [...] Da questi diversi elementi saldamente connessi tra loro [...]  è costituita la vita propria dell'Ordine, cioè la vita apostolica nel suo significato integrale, in cui la predicazione e l'insegnamento devono sgorgare dall'abbondanza della contemplazione                                                                                     (Costituzione fondamentale, par. IV) 

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La Fraternita laica di San Domenico

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La Fraternita laica di San Domenico o Fraternita laicale domenicana è il ramo secolare della Famiglia domenicana. Il Laicato Domenicano, ramo della Famiglia Domenicana, esisteva già ai tempi di San Domenico intorno ai conventi dei frati domenicani; nato come ´Ordine della Penitenza' forse era addirittura preesistente all'Ordine stesso. In altri casi si riconoscevano con il termine "Le Mantellate" per via della mantella nera che portavano in segno di austerità e penitenza nel costume.

Figlia di maggior splendore, fra le Mantellate, è proprio Santa Caterina da Siena. Movimento penitenziale, che gravitava attorno ai conventi, ebbe la sua prima Regola dal maestro generale dei domenicani, Munio di Zamora. nel 1285. Approvata da papa Innocenzo VII, nel 1405, fu modificata, in seguito, soltanto nel 1985 a Montreal e venne poi approvata definitivamente dalla Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari nel gennaio 1987.

I Laici Domenicani sono, come sottolinea la stessa denominazione, laici, cioè battezzati con una missione e una loro dignità e indipendenza. Sono, però, dei veri domenicani che, in forza della loro professione emessa in nome del maestro generale dei domenicani, vengono incorporati all'Ordine accettandone in pieno la giurisdizione, garantendogli anche quella fedeltà alla Chiesa, al Magistero e al Papa. In quanto laici, come tutti gli altri, devono certo santificarsi vivendo nel mondo; in quanto Domenicani, dovranno farle impostando la loro vita ´sull'esempio di San Domenico e di Santa Caterina da Siena, illustrando la vita dell'Ordine e della Chiesa. Devono vivere il carisma dell'Ordine Domenicano: la predicazione ordinata alla salvezza delle anime.

Tale progetto si avvale di quattro mezzi essenziali: vita comune, penitenza, studio e preghiera. La vita comune, nell'intento di S. Domenico, non è importante solo per l'esercizio reciproco della carità fraterna, ma anche per la predicazione che, appoggiata e coordinata da una comunità, risulta molto più efficace dell'attività di un individuo isolato. Gli incontri della Fraternita diventano così per il Laico, non solo l'occasione per l'esercizio della carità fraterna, ma il luogo della sua formazione dottrinale, il luogo della sua preghiera comunitaria il luogo dove si organizzano le attività apostoliche e caritative secondo lo spirito di S. Domenico. La Regola, pur nella libertà di scelta, impegna i singoli a sentire il bisogno della mortificazione e della penitenza. Per quanto riguarda lo studio, esso è un obbligo anche per i Laici Domenicani, essendo tenuti, in forza della loro professione, ad essere dei predicatori. Questo aspetto si snoda in diversi punti: studio della Parola (la Bibbia, specialmente i Vangeli); studio dei Documenti nati all'interno dell'Ordine Domenicano e che possono anche essere le vite dei Santi dell'Ordine come ad esempio s.Caterina da Siena e il suo Dialogo, come le opere di s.Tommaso d'Aquino; studio del Magistero della Chiesa, specialmente quello specifico sui Laici e sulla loro missione nel mondo come la Christi fidelis Laici; a tutto questo si aggiunga la specifica materia che è data dal culto alla Beata Vergine, prima fra tutti il Rosario che diventa materiale di studio (la Parola) e di Preghiera (contemplazione).

S. Domenico volle infine come quarto mezzo, ma il più importante di tutti, la preghiera, sia quella personale che quella comunitaria. Il parlare con Dio, cioè pregare, è indispensabile per parlare di Dio al prossimo, cioè per predicare. Essere Domenicani vuol dire sentire come S. Domenico l' ansia della salvezza delle anime, predicando la parola di Dio e testimoniando la Verità, servendosi, per fare ciò, dei mezzi messi a disposizione dal Santo Fondatore La Vergine Maria, poi, è considerata ispiratrice e patrona dell'Ordine, ed occupa un posto del tutto speciale nella vita dei figli di S. Domenico. È risaputo che i Domenicani sono stati e sono tuttora sostenitori e diffusori della pratica del Rosario, diventata, per merito di Pio V, papa domenicano, preghiera universale della Chiesa.

Sito Web: www.laicidomenicani.com

Predicazione

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L'Ordine dei frati predicatori, fondato da S. Domenico, “fin dalle sue origini è noto esser stato istituito in modo specifico per la predicazione e la salvezza delle anime”. Perciò i nostri frati, secondo l'insegnamento del fondatore, “ovunque, come persone che desiderano procurare la propria e l'altrui salvezza, si comportino onestamente e religiosamente, da uomini evangelici che, seguendo le orme del loro Salvatore, parlano con Dio o di Dio al prossimo” (Prime Costituzioni dell'Ordine).

Infatti, partecipi della missione degli Apostoli, ne seguiamo anche la vita nella forma concepita da S. Domenico. Tutte le note caratteristiche della nostra vita (vita comune, osservanza dei consigli evangelici, liturgia in comune, studio, osservanza regolare) non solo contribuiscono alla gloria di Dio e alla nostra santificazione, ma servono anche direttamente alla salvezza degli uomini, in quanto tutte insieme ci preparano e stimolano alla predicazione, a cui danno, e dalla quale a loro volta ricevono, vigore di vita.

Da questi elementi saldamente connessi tra loro, è costituita la vita propria dell'Ordine, cioè la vita apostolica nel suo significato integrale, in cui la predicazione e l'insegnamento devono sgorgare dall'abbondanza della contemplazione.

(Cfr. Costituzione fondamentale, n. 2, 4)

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