DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Ciò che credo  

briciole frate

Credo che la vita non è un'avventura da vivere secondo le mode correnti, ma un impegno a realizzare il progetto che Dio ha su ognuno di noi: un progetto di amore che trasforma la nostra esistenza.

Credo che la più grande gioia di un uomo è incontrare Gesù Cristo, Dio fatto carne. In Lui ogni cosa - miserie, peccati, storia, speranza - assume nuova dimensione e significato. Credo che ogni uomo possa rinascere a una vita genuina e dignitosa in qualunque momento della sua esistenza. Compiendo sino in fondo la volontà di Dio può non solo rendersi libero ma anche sconfiggere il male.

Thomas Merton

La notte tra il 26 ed il 27 Marzo 1996 (esattamente 20 anni fa) venivano rapiti sette monaci trappisti francesi che vivevano la loro vita contemplativa nel monastero algerino di Tibhirine. Furono sgozzati il 21 Maggio dello stesso anno. Il loro priore, frà Cristiano, aveva scritto il testamento, che segue, due anni prima, prevedendo la sua morte violenta. Le parole di fede e di perdono che vi sono contenute non possono non far pensare. Non possono non sconvolgere l’intimo del cuore e porci gravi interrogativi ed offrirci nuovi indirizzi nei riguardi dei fratelli che praticano altre religioni. Algeria e l’islam, per me, sono un'altra cosa, sono un corpo e un’anima. L’ho proclamato abbastanza, mi sembra. In base a quanto ho visto e appreso per esperienza, ritrovandovi così spesso quel filo conduttore del Vangelo appreso sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima Chiesa, proprio in Algeria e, già allora, nel rispetto dei credenti mussulmani. La mia morte, evidentemente, sembrerà dar ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo, o da idealista: ”dica adesso quello che ne pensa!” Ma tali persone debbono sapere che sarà finalmente liberata la mia curiosità più lancinante. Ecco potrò, se a Dio piace, immergere il mio sguardo in quello del Padre per contemplare con lui i Suoi figli dell’Islam così come li vede Lui, tutti illuminati della gloria di Cristo, frutto della Sua Passione, investiti del dono dello Spirito la cui gioia segreta sarà sempre di stabilire la comunione e di ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze. Questa vita perduta totalmente mia, e totalmente loro, io rendo grazie a Dio che sembra averla voluta interamente per quella Gioia, attraverso e nonostante tutto. In questo GRAZIE in cui tutto è detto, oramai, della mia vita, includo anche voi, certo, amici di qui, a fianco di mia madre e di mio padre, delle mie sorelle e dei miei fratelli e del loro centuplo regalato come era stato promesso! Ed anche tu, amico dell’ultimo istante, che non saprai quello che fai, si, anche per te voglio dire questo GRAZIE, e questo ADDIO voluto da te. E che ci sia dato d’incontrarci di nuovo, ladroni colmati di gioia, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, Padre di tutti e due AMEN.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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