DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Tra luce e tenebra

briciole frate

"La fede è un intreccio di luce e di tenebra: possiede abbastanza splendore per ammettere, abbastanza oscurità per rifiutare...

abbastanza ragioni per obiettare, abbastanza luce per sopportare il buio che c'è in essa, abbastanza speranze per contrastare la disperazione, abbastanza amore per tollerare la sua solitudine e le sue mortificazioni. Se non avete che luce, vi limitate all'evidenza; se non avete che oscurità, siete immersi nell'ignoto. Solo la fede fa avanzare". In un articolo che sto leggendo m'imbatto in questa riflessione del teologo e autore spirituale francese Louis Evely. Alcuni sono convinti che la fede sia solo luce, certezza, evidenza e ignorano che Abramo sale verso la vetta del Moria armato, sì di fede, ma anche di paura e col cuore segnato dall'oscurità. Così sarà per Giobbe, il credente che lotta con Dio. Se fosse solo evidenza, allora la fede sarebbe solo una variante della matematica o della geometria. Se fosse solo tenebra, allora sarebbe l'anticamera della disperazione. Credere è, invece, "avanzare" come dice Evely, è rischiare. E' per questo suo "intreccio di luce e di tenebra" che la fede non ammette il fanatismo, che è una sua orribile scimmiottatura, ma non cade neppure nel dubbio sistematico, riducendosi a mera e sconsolata domanda. Quando, perciò, il cielo s'oscura, non temiamo di aver perso necessariamente la fede; quando la luce è sempre e solo evidente, interroghiamoci sul Dio che stiamo seguendo, per non cadere nell'illusione. Vorrei concludere ancora con Evely che così definisce la sua fede: "Grazie a quello che di Te conosco, credo in Te per ciò che non conosco ancora, e, in virtù di quello che ho già capito, ho fiducia in Te per ciò che non capisco ancora".

Gianfranco Ravasi

“Io son venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre”. (Giov 12:46) Essendo Dio luce, è ovvio che in lui non ci sono tenebre, e quindi se avremo Dio nella nostra vita di conseguenza noi non saremo nelle tenebre. Quindi se noi non vogliamo essere nelle tenebre, ma avere comunione con Dio, dobbiamo comportarci come “figli di luce”, figli di Dio poiché, come sappiamo bene, luce e oscurità non possono stare in comunione. Per comportarci come “figli di luce” dobbiamo seguire il comandamento che Dio ci ha dato, cioè amare. Gesù disse che tutti i comandamenti dati in precedenza sono riassumibili nei due soli fondamentali: amare Dio con tutto il cuore e amare il prossimo come se stessi. Quindi chi dice di essere nella luce, ma non ha amore per il prossimo, in realtà è ancora nelle tenebre. Ma per chi ha amore per gli altri, dice il Vangelo“non c'è nulla che lo faccia inciampare”.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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