DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Visite guidate... e non solo

Viaggiare è bello… si sa! Ma è ancora più bello dare un senso al viaggio che si compie. Personalmente, quando ho scelto di compiere un viaggio, sul piano pratico ho sempre approfittato – qualora fosse possibile – del supporto di una guida “in carne e ossa” che mi illustrasse il museo x, la chiesa y, il tale sito archeologico z, et aliis… Perché – diciamocela tutta – quando si viaggia, la cara e vecchia “visita guidata” è tutt’altra cosa rispetto ai cartelloni esplicativi di cui i luoghi di interesse sono tappezzati: certamente è più coinvolgente!

Rimendo in tema, all’inizio di questo mio primo anno di studentato nel convento domenicano della Minerva a Roma, mi è stato chiesto di stare “dall’altra parte” del normale visitatore.

 Ogni anno, infatti, in giorni prestabiliti, noi studenti ci alterniamo nel “guidare” i visitatori nella nostra Basilica della Minerva, mediante un “percorso di arte e fede”: così recita la locandina! Praticamente un “viaggio nel viaggio”!

Mi sono, perciò, subito documentato sulla nostra meravigliosa Basilica, sui suoi capolavori, sulle opere d’arte, sulla sua storia liturgica…, e, dopo aver riorganizzato le idee, fissati i tempi di visita, mi sono chiesto: “Come cercare di conciliare il binomio arte-fede?” Dopotutto la nostra Basilica (che tra l’altro ospita le spoglie di S. Caterina da Siena) non è un museo! Sì! Dico questo perché, molto spesso, le nostre belle chiese – si sa – rischiano di diventare e di essere considerati veri e propri musei e i visitatori si trasformano da pellegrini a curiosi turisti! Ecco allora, l’idea di rendere le mie visite un vero e proprio “apostolato” che assuma una forma di predicazione! E allora: l’arte sta alla fede, come visitare la Basilica sta al predicare!

Già! Perché non esiste solamente un tipo di predicazione: non c’è solo la classica predicazione “dal pulpito” durante la celebrazione della Messa. Spesso, per diffondere la buona novella di Cristo, è necessario scendere dal luogo fisico del pulpito per affrontare nuove sfide che la società ci mette dinanzi senza cadere in compromessi, ma trattenere quella stessa predicazione in forme diverse! Come frati, tutto questo ci viene raccomandato dai vari Capitoli generali e provinciali del nostro Ordine domenicano, sulla base delle nostre Costituzioni, le quali recitano al n. 106: «I frati devono esercitare il ministero della predicazione sotto qualsiasi forma». Attenzione: il verbo è “devono esercitare”, mica “potrebbero” o “dovrebbero”!

Quali sono queste “qualsiasi forme”? Certamente col tempo se ne sono susseguite diverse; alcune perdurano, altre si abbandonano, a seconda dei tempi! Si spazia da forme accademiche, e dunque troviamo frati impegnati nella trasmissione del sapere e delle verità divine nelle Università e in centri culturali, a forme più immediate, come la predicazione di ritiri spirituali, di missioni popolari… e anche tramite il mondo digitale, mediante il quale basta un semplice ‘clic’ per raggiungere in un istante migliaia di persone! E non pensate, magari, che tra queste mille persone, almeno una non venga raggiunta da quel messaggio di speranza o quella foto, inseriti forse per caso su un sito internet del nostro Ordine? Forse sì!

giovanni ferro2   fr. Giovanni Ferro, O.P.Se a monte ragioniamo così, anche il condurre un gruppo variegato di persone nella visita di una chiesa, diventa un modo privilegiato per trasmettere in modo semplice – anche tra una battuta e un’altra – contenuti di fede che possono o meno toccare al fondo di una persona. E allora, nelle nostre visite, parliamo di storia sacra e profana, di alcune curiosità e/o fattarelli, ma anche di incarnazione, di “transustanziazione”, di rosario, di “amicizia spirituale”! Sì, anche di questo!

In questo percorso mi aiuta, naturalmente, l’arte; anch’essa è un mezzo di predicazione, da sempre efficace! Di fronte a un’opera d’arte rimaniamo, spesso, incantati perché ci trasmette sentimenti che è difficile esprimere; l’arte comunica il ‘bello’ e, come dice San Tommaso: «Belle sono dette quelle cose che piacciono alla vista». Tra i nostri frati domenicani, in particolare, ci fu un vero artista: il Beato Angelico (1395-1455). Ogni volta che accompagno i visitatori presso la sua tomba situata nella nostra Basilica, ho modo di far notare come egli, certamente, non abbia percorso le strade delle città per predicare, ma la sua predicazione si sia piuttosto incentrata sul “tradurre” il Vangelo in arte, e le sue opere pittoriche, da oltre 500 anni, rimangono veri e propri trattati di teologia.

Mi sento soddisfatto di questo mio ‘apostolato’, che cerco di realizzare nel migliore dei modi nonostante i miei limiti, giacché non sono un critico d’arte, ma un frate domenicano; nello stesso tempo, affidando tutto a Colui che è “la” Bellezza, spero di comunicare un messaggio che vada al di là di una semplice nozioncina tecnica che si può riscontrare nei libri. E chissà se, forse, il visitatore che ha tanto desiderato visitare questa Basilica alla fine non troverà quel di più che cercava! Vedremo nei prossimi mesi come andrà…

Mi perdoneranno i miei visitatori se in qualche visita, scherzosamente, ho detto loro: «Non aspettatevi la data precisa dell’artista o la tecnica della tela… perché – sinceramente – non lo ricordo!» Se avranno la pazienza di leggere questo articoletto, allora capiranno il perché, e chissà se nel loro scoprire la Minerva, passeggiando per le navate della Basilica, avranno trovato – come dicevo all’inizio – il senso del loro viaggio!

fr. Giovanni Rosario M. Ferro, O.P.
Convento S. Maria sopra Minerva, Roma

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