DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Come discernere una vocazione domenicana?

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Stai valutando la possibilità di diventare un frate predicatore? Pensi di voler dedicare la tua vita alla predicazione e alla salvezza delle persone nell'Ordine Domenicano? Se vuoi conoscere più da vicino il carisma di S. Domenico e la Provincia Romana di S. Caterina da Siena puoi contattare il promotore della pastorale vocazionale, fr. Domenico Sprecacenere, agli indirizzi che trovi in fondo alla pagina!

Partecipi della missione degli Apostoli, ne seguiamo anche la vita nella forma concepita da S. Domenico, vivendo la vita comune con un cuore e un'anima sola, fedeli nell'osservanza dei consigli evangelici, fervorosi nella celebrazione comune della liturgia, specialmente dell'Eucaristia e dell'ufficio divino, e nella orazione privata, assidui nello studio, perseveranti nell'osservanza regolare [...] Da questi diversi elementi saldamente connessi tra loro [...]  è costituita la vita propria dell'Ordine, cioè la vita apostolica nel suo significato integrale, in cui la predicazione e l'insegnamento devono sgorgare dall'abbondanza della contemplazione                                                                                     (Costituzione fondamentale, par. IV) 

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La Fraternita laica di San Domenico

laici

La Fraternita laica di San Domenico o Fraternita laicale domenicana è il ramo secolare della Famiglia domenicana. Il Laicato Domenicano, ramo della Famiglia Domenicana, esisteva già ai tempi di San Domenico intorno ai conventi dei frati domenicani; nato come ´Ordine della Penitenza' forse era addirittura preesistente all'Ordine stesso. In altri casi si riconoscevano con il termine "Le Mantellate" per via della mantella nera che portavano in segno di austerità e penitenza nel costume.

Figlia di maggior splendore, fra le Mantellate, è proprio Santa Caterina da Siena. Movimento penitenziale, che gravitava attorno ai conventi, ebbe la sua prima Regola dal maestro generale dei domenicani, Munio di Zamora. nel 1285. Approvata da papa Innocenzo VII, nel 1405, fu modificata, in seguito, soltanto nel 1985 a Montreal e venne poi approvata definitivamente dalla Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari nel gennaio 1987.

I Laici Domenicani sono, come sottolinea la stessa denominazione, laici, cioè battezzati con una missione e una loro dignità e indipendenza. Sono, però, dei veri domenicani che, in forza della loro professione emessa in nome del maestro generale dei domenicani, vengono incorporati all'Ordine accettandone in pieno la giurisdizione, garantendogli anche quella fedeltà alla Chiesa, al Magistero e al Papa. In quanto laici, come tutti gli altri, devono certo santificarsi vivendo nel mondo; in quanto Domenicani, dovranno farle impostando la loro vita ´sull'esempio di San Domenico e di Santa Caterina da Siena, illustrando la vita dell'Ordine e della Chiesa. Devono vivere il carisma dell'Ordine Domenicano: la predicazione ordinata alla salvezza delle anime.

Tale progetto si avvale di quattro mezzi essenziali: vita comune, penitenza, studio e preghiera. La vita comune, nell'intento di S. Domenico, non è importante solo per l'esercizio reciproco della carità fraterna, ma anche per la predicazione che, appoggiata e coordinata da una comunità, risulta molto più efficace dell'attività di un individuo isolato. Gli incontri della Fraternita diventano così per il Laico, non solo l'occasione per l'esercizio della carità fraterna, ma il luogo della sua formazione dottrinale, il luogo della sua preghiera comunitaria il luogo dove si organizzano le attività apostoliche e caritative secondo lo spirito di S. Domenico. La Regola, pur nella libertà di scelta, impegna i singoli a sentire il bisogno della mortificazione e della penitenza. Per quanto riguarda lo studio, esso è un obbligo anche per i Laici Domenicani, essendo tenuti, in forza della loro professione, ad essere dei predicatori. Questo aspetto si snoda in diversi punti: studio della Parola (la Bibbia, specialmente i Vangeli); studio dei Documenti nati all'interno dell'Ordine Domenicano e che possono anche essere le vite dei Santi dell'Ordine come ad esempio s.Caterina da Siena e il suo Dialogo, come le opere di s.Tommaso d'Aquino; studio del Magistero della Chiesa, specialmente quello specifico sui Laici e sulla loro missione nel mondo come la Christi fidelis Laici; a tutto questo si aggiunga la specifica materia che è data dal culto alla Beata Vergine, prima fra tutti il Rosario che diventa materiale di studio (la Parola) e di Preghiera (contemplazione).

S. Domenico volle infine come quarto mezzo, ma il più importante di tutti, la preghiera, sia quella personale che quella comunitaria. Il parlare con Dio, cioè pregare, è indispensabile per parlare di Dio al prossimo, cioè per predicare. Essere Domenicani vuol dire sentire come S. Domenico l' ansia della salvezza delle anime, predicando la parola di Dio e testimoniando la Verità, servendosi, per fare ciò, dei mezzi messi a disposizione dal Santo Fondatore La Vergine Maria, poi, è considerata ispiratrice e patrona dell'Ordine, ed occupa un posto del tutto speciale nella vita dei figli di S. Domenico. È risaputo che i Domenicani sono stati e sono tuttora sostenitori e diffusori della pratica del Rosario, diventata, per merito di Pio V, papa domenicano, preghiera universale della Chiesa.

Sito Web: www.laicidomenicani.com

Predicazione

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L'Ordine dei frati predicatori, fondato da S. Domenico, “fin dalle sue origini è noto esser stato istituito in modo specifico per la predicazione e la salvezza delle anime”. Perciò i nostri frati, secondo l'insegnamento del fondatore, “ovunque, come persone che desiderano procurare la propria e l'altrui salvezza, si comportino onestamente e religiosamente, da uomini evangelici che, seguendo le orme del loro Salvatore, parlano con Dio o di Dio al prossimo” (Prime Costituzioni dell'Ordine).

Infatti, partecipi della missione degli Apostoli, ne seguiamo anche la vita nella forma concepita da S. Domenico. Tutte le note caratteristiche della nostra vita (vita comune, osservanza dei consigli evangelici, liturgia in comune, studio, osservanza regolare) non solo contribuiscono alla gloria di Dio e alla nostra santificazione, ma servono anche direttamente alla salvezza degli uomini, in quanto tutte insieme ci preparano e stimolano alla predicazione, a cui danno, e dalla quale a loro volta ricevono, vigore di vita.

Da questi elementi saldamente connessi tra loro, è costituita la vita propria dell'Ordine, cioè la vita apostolica nel suo significato integrale, in cui la predicazione e l'insegnamento devono sgorgare dall'abbondanza della contemplazione.

(Cfr. Costituzione fondamentale, n. 2, 4)

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