DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

6-8 Luglio 2015

Riceviamo e condividiamo con piacere la testimonianza di uno dei quattro partecipanti all'ultimo ritiro vocazionale organizzato per questo anno sociale dalla nostra Provincia.

Bibbiena…! Monastero di Santa Maria del Sasso…! Due luoghi che difficilmente si dilegueranno e cancelleranno dai nostri ricordi! Proprio qui, dal 6 all’8 luglio abbiamo trascorso l’ultimo ritiro vocazionale prima dell’estate, col privilegio di essere ospiti dei padri e delle monache dell’Ordine domenicano.

A loro, da più di cinquecento anni (1468), è affidata la custodia e la cura di questo luogo santo, che, dal lontano 1347, veniva scelto dalla Vergine Santa quale sua sede di predilezione su cui posare il Suo “trono di clemenza” e irradiare lo splendore della “divina Bellezza”. Anche per questo, qui abbiamo respirato – mi si permetta la battuta – non solo aria pura e caldo mitigato, ma anche un’atmosfera di pace e di santità.

Il Signore, infatti, ci ha veramente condotto lontani dal chiasso del mondo, “in disparte”, con Lui, per fargli spazio nei nostri cuori e discernere la Sua divina Volontà; Egli stesso ci è venuto incontro, mostrandoci chiari segni nei momenti di preghiera di recita del Santo Rosario e nella liturgia di questi giorni: la memoria di Santa Maria Goretti, che, pur non essendo domenicana, resta sempre un esempio per tutti della santa purità di corpo, mente e spirito; la memoria del Beato Benedetto XI, Pontefice domenicano agli albori del 1300, esempio di pietà e di amore per l’Ordine stesso. Nei momenti comuni di riflessione, aiutati dai Padri domenicani, responsabili dell’èquipe vocazionale, abbiamo come sempre approfondito e meditato alcuni aspetti della figura e l’esempio del Santo Padre Domenico, leggendo passi del “Libellus” del Beato Giordano di Sassonia, che conobbe il Santo e ne fu primo successore.

gatto-bibbiena     Un fedelissimo del santuario!Anche in questo ricorso diretto alle prime fonti, siamo stati sorretti dalle salde fondamenta della Parola di Dio del giorno, che ci presentava proprio quell’appello divino, antico e sempre nuovo «Pregate il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe» che Gesù ha affidato alla Santa Chiesa, non prima, però, di aver “provato compassione” per quelle folle «stanche e sfinite, come pecore senza pastore», desiderosi di risalire alla Fonte della nostra storia e abbeverarci alla Sorgente di ogni ricchezza. Perché, dunque, non uguagliare la compassione di Cristo con le note “lacrime” di compassione di San Domenico, versate ogni notte per i peccatori?

Perché non pensare che il Santo abbia versato le sue lacrime, presso il Signore, per la mia conversione e la mia condotta di vita? L’esperienza di Bibbiena è stata anche occasione per renderci conto, più da vicino, del dono che il Signore ci offre delle monache di clausura, che abbiamo incontrato e che non solo rappresentano il ramo femminile dell’Ordine ma, mediante la preghiera e la santità personale, esse sono il ‘polmone’ sempre vivo dell’Ordine stesso e la ‘linfa’ vitale e spirituale dell’umanità in continua ricerca di Dio. È vero che Gesù ci ha chiamato “in disparte”, sul monte, e ci ha donato questi momenti di serenità e di gioia, nella meditazione, nella contemplazione, nell’incontro con Lui, ma lo fa perché poi scendiamo dalla montagna, e perché tutto da qui prosegue: per testimoniare il singolare amore di Dio nelle nostre case e per le strade del mondo.

Ci sorregga in questo impegno la Vergine Santissima che in questo Santuario è raffigurata nell’atto di indicare con le sue mani Gesù Salvatore; un’effigie che richiama perfettamente il carisma – mariano – domenicano: la Mamma celeste, sotto il cui patrocinio è affidato l’Ordine, ci assiste nell’essere in tutto conformi al suo Figlio, meditando il Suo Mistero (contemplari…) e farlo nostro (…et contemplata), per poi scendere dalla Santa Montagna e testimoniarlo (…aliis tradere), come San Domenico, verbis et exemplo, con le parole e con l’esempio della vita!

Giovanni Ferro

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