DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Ascende il Signore tra canti di gioia

Coloro che si recano in Pellegrinaggio a Gerusalemme come arrivano sul Monte degli Ulivi, trovano una piccola chiesetta, quasi una cappella, delimitata da un alto muro.

Pazientemente si attende che il proprietario, un arabo palestinese, apra la pesante porta in ferro e permetta l’accesso in questo recinto.

La tradizione narra che in questo luogo si compì l’ultimo atto della vita terrena del Cristo.

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FIORE DI MAGGIO

“Tu che sei nata dove c’è sempre il sole
Sopra uno scoglio che ci si può tuffare
E quel sole ce l’hai dentro al cuore
Sole di primavera
Su quello scoglio in maggio è nato un fiore”…

Chi non ricorda questa splendida canzone di Fabio Concato? Il titolo ed il testo di questa vera e propria poesia in note mi riporta, sempre, alla nostra cara Tilde Manzotti.

Perché è nata in maggio. Perché nel cuore aveva il sole dell’Amore. Perché si è tuffata nell’Oceano dell’Amore da uno scoglio per molti quasi inaccessibile, quello del dolore e della sofferenza. Tuffandosi si è inabissata in un mare tempestoso e, come Giona, ad un certo punto è stata inghiottita da un grosso pesce. A prima vista può sembrare un azzardo equiparare l’esperienza mistica di Tilde a quella di Giona, ma in realtà le loro storie paiono coincidere.

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Sant'Antonino, la grandezza dell’umiltà di un nostro grande confratello e pastore

Festeggiamo oggi s. Antonino, nostro confratello nell’Ordine dei Predicatori, vissuto tra il 1389 e il 1459, divenuto vescovo di Firenze nel 1446. Per cosa si distinse Antonino? Possiamo farci aiutare in questa scoperta da due immagini, presenti nella nostra sala espositiva al monastero di Pratovecchio.

Nel primo dipinto, realizzato nella metà del XVI secolo, di scuola toscana, vediamo un ritratto del santo vescovo. Ciò che contraddistingue la sua figura è un atteggiamento molto umile nel volto e, oserei dire, contemplativo. Questi sono già due indizi che ci forniscono la sua fisionomia: fu pastore umile, dapprima nell’Ordine, dove si distinse per povertà e radicalità nel seguire la chiamata che il Signore gli donò, conquistandolo attraverso la parola di riforma del beato Dominici. Contemplativo perché, come dovrebbe essere per tutti i predicatori e predicatrici della Parola di vita, fece scaturire ogni sua parola dall’abbondanza della preghiera che è, in sintesi, il rapporto intimo con il Signore.

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Ed iniziò a mandarli a due a due per portare
e predicare al mondo la Parola di Dio
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Frati, Monache e Laici Domenicani...
parliamo con Dio e di Dio nel XXI secolo
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E se Dio ti avesse scelto? E se ti stesse chiamando ad essere un frate domenicano?
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